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tratto da il Tempo - 26 ottobre 2003
Vini, vince la Toscana
La Toscana si conferma la regina dei vini: con ben 62 «Tre bicchieri» si aggiudica la vetta delle regioni italiane più premiate dalla Guida dei Vini del Gambero Rosso e di Slow Food presentata ieri. Subito dopo la Toscana, il Piemonte che ottiene 60 «tre bicchieri», il massimo punteggio assegnato dalla Guida giunta alla sua diciassettesima edizione e che ha scandagliato 14.206 vini (868 più dell'anno passato), 1.936 cantine (52 in più). Al terzo posto il Friuli che ha guadagnato 26 citazioni. Ma ci sono anche i migliori vini dell'anno. Eccoli: Le Bollicine: Franciacorta Brut Cabochon '99 Monte Rossa Il Bianco: Collio Tocai Friulano '02 Toros Il Rosso: Valtellina Sfursat 5 stelle '01 Nino Negri Il Dolce: Recioto della Valpolicella Cl G. Allegrini '00. La Guida ha anche assegnato i premi per la Cantina dell'anno che è andato a quella di Gianni Masciarelli; Enologo dell'anno è Willi Sturz; la Cantina Emergente, il Molino di Grace; il Vino più Conveniente, il Barbaresco '99 produttori di barbaresco; il Viticoltore dell'anno, Edoardo Valentini.


tratto da il Denaro - 24 ottobre 2003
Avellino
In Hirpinia vinum: visite guidate e degustazioni
Quattro giorni di convegni, visite guidate ai vigneti ed alle case vitivinicole, con degustazione di prodotti tipici e incontri sul tema della cultura della vite e della vocazione enologica irpina tra rivelazione e memoria. Questo il contenuto e il programma della rassegna "In Hirpinia vinum" che si svilupperà nei principali centri di produzione della Provincia, con l'incontro tra ospiti di calibro internazionale, esponenti politici e istituzionali locali e ovviamente i maggiori produttori dei vini doc e docg .


tratto da il Mattino - ottobre 2003
"Taurasi, Brunello del Sud"
di MARIA TOLMINA CIRIELLO
"Il Taurasi non ha nulla da invidiare al Brunello di Montalcino": è un'affermazione che potrebbe avere una connotazione a dir poco campanilistica. Ma quando a dichiaralo è un toscano che il Brunello lo produce da anni, e quando il produttore è uno dei più famosi wine master d'Italia, Gelasio Gaetano D'Aragona Lovatelli, allora l'affermazione diventa una vera e propria consacrazione. Ma perché il Taurasi non si vende quanto meriterebbe? E la Doc e la Docg che valore hanno per i produttori, e per i consumatori? Sono solo alcune delle problematiche affrontate ieri durante la giornata di apertura del primo simposio internazionale sul vino "In Hirpinia Vinum". Produttori vinicoli, istituzioni, esponenti della cultura hanno animato a Palazzo Caracciolo un dibattito su "la cultura della vite e vocazione enologica irpina tra rivelazione e memoria", con un confronto tra i produttori irpini. I lavori sono stati aperti da Emilio Ruggiero, assessore alle politiche produttive della Provincia, fra i promotori ed organizzatori del convegno. "Abbiamo voluto immaginare questo nostro percorso culturale - ha detto Ruggiero - in un'ottica di sviluppo territoriale complessivo e sostenibile. Lo abbiamo voluto itinerante, perché il vino non è patrimonio esclusivo di un singolo territorio. Ovviamente la scelta è caduta sui paesi più rappresentativi della cultura vinicola irpina, come Taurasi, Tufo Manocalzati e Lapio". L'assessore ha anche ricordato l'importante traguardo raggiunto dalla provincia di Avellino con il terzo marchio Docg. "L'Irpinia sta vivendo ora il rinascimento vissuto venti anni fa dalla Toscana - ha detto Lovatelli, moderatore dell'incontro - solo che allora il vino era un prodotto povero, non un simbolo di lusso e cultura".
Vino e cultura e cultura del vino caratterizzano fortemente gli incontri di questo simposio che ha come coordinatore scientifico il professor Filippo D'Oria, docente di paleografia greca all'Università degli Studi Federico II di Napoli, partner organizzativo assieme al Centro Fillelenico di Napoli "Marcello Gigante" e l'Associazione Italiana di Cultura Classica. La prima parte del simposio si è conclusa con un tour degustativo presso le cantine della Casa dell'Orco a Pratola Serra. Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con le relazioni Roberto Formato, Arturo Leone, Antonio Fusco, ha concluso l'assessore regionale Teresa Armato.
Altra degustazione in serata presso la cantina Mastroberardino di Atripalda.


tratto da il Messaggero - 24 ottobre 2003
Tocai, degno compagno di riso e formaggi
di FABIO TURCHETTI
E' SEMPRE un momento topico, questo. Per l'uscita delle guide, s'intende: con i consumatori pronti ad andare in enoteca o al ristorante col breviario alla mano, alla ricerca dell'etichetta con la coccarda. Gli stessi consumatori che vivranno uno spazio tutto loro il 16 novembre quando, nell'ambito del Salone del Vino, che si inaugurerà proprio in quella data presso il Lingotto Fiere di Torino, si svolgerà il Wine Show, giornata esclusivamente agli appassionati: che avranno modo di partecipare a degustazioni guidate piuttosto che a incontri con i produttori, oppure intrattenersi con spettacoli legati al vino e alle sue interazioni con la musica e con le arti visive (per informazioni, www.salonedelvino.it). Intanto, però, in questo week end i riflettori saranno puntati su "Vini d'Italia 2004", la diciassettesima edizione del "vangelo" enoico curato da Gambero Rosso e Slow Food, per il quale è stata predisposta a Roma una serie di appuntamenti. Ad iniziare da domani mattina, quando presso la Sala Sinopoli dell'Auditorium avrà luogo la premiazione dei produttori insigniti dei "Tre bicchieri". Domenica, invece, tutti alla Città del Gusto, a Roma: dove già dal mattino si svolgerà l'asta dei vini pregiati e da collezione (a chi interessasse, i lotti saranno in visione già da sabato pomeriggio, sempre presso il complesso del Gambero Rosso). Domenica pomeriggio, poi, dalle 15 alle 21, con biglietto d'ingresso di 50 euro, gran finale con l'assaggio dei 254 vini premiati, vertice della nostra enologia (per informazioni, tel.06 55112205). Vini che, magari, Savino Angioletti, proclamato a Cervia miglior sommelier d'Italia, conosce tutti a menadito. Complimenti anche a lui, comunque, e a tutti coloro che operano sempre bene pur se lontani dal clamore della folla. Come Vicentini Orgnani, cantina friulana il cui Tocai 2002 Colline di Valeriano (5,50-6 euro), paglierino scarico, propone al naso ricordi vegetali e di agrumi, mela, pesca, frutta esotica, mandorla e susina. In bocca è caldo, pulito, di discreto corpo ed equilibrato nelle sue componenti fresche e ammandorlate. Degno compagno di un prosciutto di San Daniele stagionato, di un risotto alle erbe o di uno sformato con funghi e formaggio Montasio.


tratto da la Sicilia - ottobre 2003
Vinoro, si programma il salone del 2005: "Successo inaspettato"
A. P.
Abbassato il sipario sul Vinoro 2003, è già stata programmata la terza edizione del Salone internazionale dei vini dolci, passiti e liquorosi, che si terrà dal 14 al 16 ottobre 2005. "Questa seconda edizione - afferma il vice sindaco Leo Giacalone - ha fatto registrare un successo andato al di là di ogni previsione. Il salone manterrà la sua cadenza biennale e darà più spazio a vini e operatori stranieri". Senza mortificare l'azione di rilancio dell'immagine dei vini siciliani di cui negli ultimi anni è aumentato il consumo.
Il trend favorevole è emerso dai risultati delle ricerche di mercato presentate nell'ex monastero di San Pietro dall'Istituto della Vite e del Vino. "Dal 1993 ad oggi i consumatori di vino siciliano - hanno sottolineato i relatori - sono passati dal 20 al 30 per cento. C'è una nuova tendenza del bere che ci vede protagonisti". Dall'Associazione nazionale "Città del Vino", che al Vinoro ha fornito un supporto tecnico, è venuta un'altra chiara indicazione: "I vini dolci e liquorosi - ha detto Paolo Benvenuti - devono mantenere la loro identità e rafforzarla nel rapporto con il territorio".
La terza edizione del Vinoro si preannuncia, intanto, ancor più ricca di appuntamenti e sarà inserita nel calendario degli eventi che la Regione pubblicizzerà su scala nazionale ed internazionale.


tratto da Corriere delle Alpi - ottobre 2003
Tutti i Merlot d'Italia sabato a Aldeno
Alla quarta Mostra anche vini svizzeri. Saranno presenti 125 cantine
di Gino Micheli
ALDENO. Si aprirà sabato prossimo la quarta edizione della Mostra dei Merlot d'Italia che trova in Aldeno la sua "culla" e che contribuisce a promuovere i vini trentini. Il sindaco Daniele Baldo nel presentarla, ieri nella rinnovata Cantina Vinicola, ha sottolineato tale aspetto, indicando poi le novità rispetto alle precedenti stagioni: il Concorso e il Premio alla carriera.
Per partecipare al primo Concorso, l'unico in Trentino approvato dal Ministero delle politiche agricole, si sono finora iscritte ben 75 aziende. Quelle che potranno fregiarsi della vittoria (le categorie sono quattro, a seconda delle annate) o del piazzamento, saranno autorizzate a riportarlo sulle proprie etichette. Le aziende presenti alla Mostra sono invece 125 e dieci sono svizzere, associate al Consorzio Vino del Canton Ticino, che per il 94% producono esclusivamente Merlot. L'istituzione del Premio alla carriera verrà, invece, conferito al marchese Vittorio de' Frescobaldi ed equivale alla cittadinanza onoraria che il consiglio comunale di Aldeno, all'unanimità, ha deliberato. L'enologo Paolo Grigolli, presidente del Comitato per il concorso, ha ricordato le particolarità della competizione: una selezione seria che si richiama a regolamenti internazionali che prevedono la presenza di una giuria proveniente anche da altre regioni d'Italia, dove si coltiva il Merlot. Ogni vino, rigorosamente anonimo, viene assaggiato da dieci persone diverse, per ottenere un ampio riscontro. Alla presentazione della Mostra erano presenti il presidente della Cantina Vinicola, Diego Beozzo, e il presidente della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, entrambi sponsor convinti della manifestazione.
La Mostra dei Merlot d'Italia è organizzata dall'amministrazione comunale in collaborazione con enti provinciali ed associazioni nazionali. Da sabato 25 a lunedì 27 il programma è intenso. Oltre ad assaggi ed abbinamenti gastronomici vari, sono in calendario mostre e ricercati menù. Nel pomeriggio di domenica poi, degustazione di castagne, mosto e cioccolato fuso durante la quale l'Associazione di Cimone "Come eravamo", darà luogo ad una rappresentazione sugli usi e costumi della cultura contadina di un tempo. Importante il seminario su "Identikit di un nobile vitigno e dei suoi vini", in programma sabato alle ore 16, e l'incontro coordinato da Pino Khail e con interventi degli esperti Giuseppe Versini, Riccardo Cotarella e Antonio Piccinardi.


tratto da il Giornale di Calabria - 23 ottobre 2003
L'olio d'oliva? E' nato in Calabria
Alcune ricerche storiografiche farebbero risalire al 1.400 a.c. le prime produzioni CATANZARO. L'olio utilizzato in cucina è certamente un prodotto che ha origine in Italia. Nel nostro paese fino ad oggi si riteneva che la produzione e lo sfruttamento oleario si potesse far risalire al 350 a.c.. Ne è stato testimone Plinio il Vecchio nei suoi scritti che risalgono al periodo di reggenza romana di Settimio Severo. Recenti ricerche storiografiche e reperti archeologici, però, raccolti da alcuni ricercatori dell'Università della Calabria hanno consentito di fissare proprio in Calabria nel 1400 a.c. le prime produzioni di "olio e di olive da mensa". Ad ufficializzare la notizia - diffusa dal Portavoce della Giunta regionale - è stato il Presidente dei Mastri oleari italiani, Flavio Zaramella, in un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, Andrea Giomo, uno dei massimi esperti di analisi sensoriali e Vittorio Sacchero, da tempo impegnato nella promozione dell'eno-gastronomia nazionale. L'olio è, poi, diventato uno dei simboli caratteristici dell'eno-gastronomia mediterranea recuperando coltivazione e trasformazione del prodotto nella quasi totalità delle regioni che affacciano nel bacino del "mare nostrum". Attualmente in Italia, Calabria e Puglia detengono il primato della produzione nazionale con circa il 70% dell'olio commercializzato. La Calabria, in particolare - prosegue la nota del Portavoce - è interessata con l'intero territorio regionale e nelle cinque province, con diverse tipologie di olive: dalla carolea alla cassanese, all'ottobratica. "Siamo attualmente impegnati - ha commentato l'Assessore all'Agricoltura della Regione Calabria, Giovanni Dima - nella tutela della produzione e delle relative specificità in un'ottica di filiera. Nel Por Calabria Asse 4 sono stati già finanziati progetti finalizzati ad accorciare il divario tra produzione e commercializzazione. Puntiamo decisamente verso un prodotto di 'eccellenza'". L'equipe dei ricercatori dell'Università della Calabria, con il professor Nicola Uccella, ha potuto appurare che nel 1400 a.c. in Calabria si coltivavano olive e si produceva olio ed olive da mensa, recuperando nel territorio di Trebisacce cinque cisterne da 5 mila litri che contenevano originariamente olio ed olive. Tale reperto insieme agli studi effettuati consentono in Calabria di registrare un altro primato "storico" nel settore dell'eno-gastronomia, dopo quello del vino Cremissa, già conosciuto alle prime Olimpiadi di Atene.


tratto da il Messaggero - 20 ottobre 2003
"Vineadi" laziali: Viterbo e Latina sul podio

Latina e Viterbo dividono il podio alle Olimpiadi del Vino 2003. Si è conclusa con un ex aequo la finalissima di "Vineadi", la manifestazione enologica che ha visto in gara all' Holiday In dodici località laziali e tante perle dell'enogastronomia regionale. "Bianchi "tostati" con cura nelle barrique a base chardonnay, rossi speziati e corposi a base merlot, o petit verdot...", gli arbitri dell'Associazione Italiana Sommelier insieme con la giuria popolare si sono espressi con dovizia di particolari nella descrizione dei vini laziali in gara. Le gare sono state presentate dall'eclettico attore Gabriele Marconi (indimenticabile "clone" di Lubrano), mentre il giornalista del Tg5 Gioacchino Bonsignore ha annunciato la città vincitrice del Premio speciale della stampa: Viterbo, che con l'ultimo sorso di "grechetto" si è aggiudicata il titolo assegnato dai giornalisti.


tratto da Corriere della Sera - 19 ottobre 2003
Le guide del degustatore: Luca Maroni svela il suo metodo
Ha assaggiato decine di migliaia di vini per scrivere due libri. Oggi il degustatore Luca Maroni presenta alla libreria Multicenter Mondadori le sue nuove guide: "L'annuario di migliori vini italiani 2004" e "La guida dei vini italiani 2004". Nel corso dell'incontro l'autore spiegherà il suo criterio di degustazione: un metodo basato sull'analisi sensoriale-chimica in grado di mettere in relazione le sensazioni avvertite con le componenti fisico-chimiche proprie di ciascun vino. In 15 anni da degustatore Maroni ha provato oltre 80.000 vini, 11.000 solo per "La guida dei migliori vini italiani". La voce "Degustazione del vino" sull'Enciclopedia Treccani è scritta da lui.
LE GUIDE DI LUCA MARONI, libreria Multicenter Service Mondadori - via San Vincenzo 10. Roma - Tel. 06.33219811. Ore 18.30


tratto da il Giornale di Brescia - 20 ottobre 2003
Presentato all'Abbazia il volume storico edito dal Centro culturale di Franciacorta
Il vino alle radici della civiltà
di Fulvia Scarduelli
RODENGO SAIANO. Davanti ad un folto pubblico, nella suggestiva cornice dell'Abbazia olivetana di Rodengo è stato presentato il volume "La civiltà del vino - Fonti, temi e produzioni vitivinicole dal Medioevo al Novecento", curato da Gabriele Archetti, con la collaborazione di Angelo Baronio, Roberto Bellini e Pierluigi Villa. L'opera, edita dal Centro culturale ed artistico di Franciacorta e del Sebino, pubblica gli atti del convegno tenutosi nel 2001 presso l'Antica Fratta di Monticelli Brusati in occasione della 7ª Biennale di Franciacorta, con l'aggiunta di studi di autori di fama internazionale per un totale di 31 saggi, mostrando come la produzione vitivinicola possa diventare il punto di osservazione da cui leggere la storia religiosa, sociale, economica e letteraria dal Medioevo ad oggi in aree geografiche che spaziano dall'Oriente all'Europa. Il libro, di 1000 pagine, è stato pubblicato grazie al contributo di 17 enti pubblici e privati. Don Alfonso Serafini, priore dell'Abbazia, nel suo saluto ha rilevato come iniziative di promozione culturale di prodotti quali l'olio e il vino appartengano anche alla storia del monachesimo, una storia ricca di cultura materiale e spirituale che l'abbazia promuove. Il convegno, presieduto da padre Giorgio Picasso dell'Università Cattolica di Milano, si è aperto col saluto di alcuni rappresentanti degli enti promotori della pubblicazione: sono intervenuti l'assessore provinciale all'Agricoltura Gian Paolo Mantelli, la dott.ssa Cristina Ziliani in rappresentanza dell'Azienda vinicola Guido Berlucchi, l'assessore regionale all'Ambiente Franco Nicoli Cristiani, il presidente della Banca di Valcamonica, Gian Franco Maiolini e il presidente della Fondazione Civiltà bresciana mons. Antonio Fappani. Quindi è toccato agli studiosi: Rinaldo Comba, dell'Università statale di Milano ha ripercorso le linee fondamentali del volume, diviso in quattro parti: la cultura della vita nel Medioevo, la civiltà del vino, la dimensione pubblica del vino tra norme e consumo, vite e territorio in età moderna. Comba ha illuminato le risultanze più importanti della pubblicazione, che spesso apre nuove piste interpretative e affronta argomenti di prima mano. Alfio Cortonesi, dell'Università della Tuscia, ha offerto un commosso ricordo di Antonio Ivan Pini, docente dell'Università di Bologna, recentemente scomparso. Dello studioso, che nel volume ha curato un saggio sui vini dei ricchi e su quelli dei poveri. Angelo Turchini, dell'Università di Bologna, ha notato che il libro offre per la prima volta un'analisi sulla civiltà del vino in epoca moderna, con riferimenti al Bresciano: ciò permette di approfondire la conoscenza di una zona che ha dato grandi risultati nella storia.


tratto da Alto Adige - 20 ottobre 2003
Willy Stürz proclamato enologo dell'anno
u.f.
TERMENO. Sulla locale cantina produttori continuano a "piovere" i premi ed i riconoscimenti in virtù della genuità e bontà dei suoi prodotti oltrechè delle capacità di lavorazione da parte degli addetti. Abbiamo già riferito, proprio di recente, dell'assegnazione dei "Tre bicchieri" conferiti dal Gambero Rosso al "Gewürztraminer Nussbaumer 2002" e al cuvèe "Stoan 2002". A questi prestigiosi traguardi bisogna aggiungerne uno forse meno atteso ma non per questo meno meritato: il prestigioso riconoscimento di "enologo dell'anno" che è stato assegnato al giovane cantiniere della Cantina produttori di Termeno Willy Stürz. Si tratta di una sorta di Nobel del vino, un attestato che per la prima volta arriva in Alto Adige. Willy Stürz lavora nella cantina di Termeno da poco più di dieci anni; in precedenza aveva fatto esperienza anche in aziende di oltre confine. S'è diplomato presso la scuola agraria superiore di Ora con particolare predisposizione per il settore vitivinicolo. I risultati ed i riconoscimenti confermano le sue indubbie qualità. Per l'"enologo dell'anno" più che meritate le congratulazioni.


tratto da Milano Finanza - ottobre 2003
Gusto
Palato da sommelier, con una guida è fai da te
di Cristina Cimato
Fino a 24 anni era astemio. Ora Luca Maroni è un degustatore professionista e da più di 15 anni assaggiare il vino è la sua professione. Il suo metodo di valutazione è originale, può essere adottato da tutti, esperti e non e si basa sulla piacevolezza del vino. Nelle sue due guide L'annuario dei migliori vini italiani 2004 e La guida dei vini italiani 2004 (edizioni Lm), appena pubblicate, spiega in cosa consista il suo metodo scientifico, basato su un'analisi sensoriale-chimica del prodotto. "I parametri che determinano la piacevolezza del vino, e quindi la sua qualità, sono tre: la consistenza (colore lucente, molto profumo e viscosità al tatto, dev'essere quasi polposo, cremoso), un buon equilibrio tra i sapori dolce e aspro, e l'integrità, deve avere quindi un aroma non ossidato. Sono qualità che tutti possono percepire solo prestando attenzione alle sensazioni che il vino dà, così come si fa abitualmente con i cibi". Entrare nel merito del vino, insomma. "La mia metodologia può essere condivisa e capita dal lettore, perché è facile e intuitiva". Nell'annuario dei migliori vini italiani sono racchiuse 621 schede con le note di degustazioni. La guida dei vini italiani invece prende in considerazione oltre 18 mila vini degustati provenienti da 2.400 aziende. Le cinque migliori aziende per Luca Maroni? Dal nord al sud, quelle in cui la piacevolezza del prodotto si aggiunge a una considerevole produzione. Nella sua classifica, Antinori (Toscana) è considerata la migliore casa vinicola italiana.


tratto da Mondograppa.it - ottobre 2003
Arriva "Mondo Grappa 2004"
A Conegliano il 18 e 19 ottobre 2003 ritorna "Mondo Grappa", l'evento straordinario, che presenta la grappa quale emblema della nostra terra, l'espressione evoluta della cultura, del piacere e dello stile italiano. La grappa, con le sue raffinate variazioni sensoriali e del gusto, è in grado di offrire emozioni profonde, testimone delle genti e dei diversi territori da cui proviene.
Sarà ancora una volta la preziosa occasione, per conoscere la strada che questo distillato a percorso in termini di innovazione e di diversità contornati dalla bellezza delle colline trevigiane, apprezzando ospitalità, tradizioni gastronomiche, bellezze architettoniche e paesaggistiche incomparabili.
Per informazioni scrivere a info@mondograppa.it



tratto da Corriere della Sera - 15 ottobre 2003
Dopo il gemellaggio, il brindisi. Il prodotto dei Castelli prenderà il posto di quello francese
I Cinesi vogliono trapiantare il vitigno del Velletri a Shangai
di Piera Lombardi
Amore a prima vista, irresistibile e totalizzante. O meglio, colpo di fulmine al primo sorso, perché di questo si è trattato. Alla delegazione di amministratori e notabili cinesi giunti a Velletri dalla città di Qingpu, nel distretto di Shangai, per siglare un "semplice" accordo di gemellaggio, è bastato sorseggiare un po' di vino doc veliterno per avvertire il colpo al cuore ma anche alle papille gustative. Vicesindaco in testa, il signor Chen Hongfan, e poi Xu Hanjun, spettabile senatore della regione di Shanghai, e Zhu Yuhua, il vice presidente della corte di giustizia locale, lo reclamano. Agli amministratori e produttori locali che li hanno ospitati questo fine settimana a Velletri, tra una degustazione e l'altra hanno chiesto di averlo sulle loro tavole e non una tantum. Di più: gradiscono che i vitigni di questa soleggiata fetta dei Castelli romani siano impiantati a casa propria. Che sia bianco, rosso o rosato, poco importa: il vino veliterno deve sostituire birra e grappa "autoctone". "La Cina - ha annunciato il vicesindaco Hongfan a mezzo di traduttrice simultanea - ha finora importato solo vino francese, ma siamo interessati alla produzione vinicola italiana, specie la vostra". E poi, giunto con altri quindici delegati in visita al Consorzio Produttori vino, ha sciolto gli indugi e l'ha detta tutta: "Sarebbe un'ottima cosa se veniste a produrre vino in Cina, portate da noi i vostri vitigni". "Non è da escludere - è stata la risposta del direttore del consorzio Nicola Di Bari - per fare del buon vino ci vuole tanta competenza e noi l'abbiamo". "I cinesi - racconta il vicepresidente del consorzio, Luciano Facondini - vogliono qualcosa di più del vino che i francesi gli vendono sfuso e che poi viene miscelato con prodotti locali, sono interessati al vino italiano che sta prendendo piede in alberghi e ristoranti cinesi". Alla cena di commiato infine, i cinesi hanno dedicato ai doc bianchi e rossi un cerimonalie speciale: "Ad ogni sorso - racconta Facondini - facevano un brindisi, così per tutta la sera". Poi, inebriati e contenti, sono andati via con confezioni multiple di Velletri superiore 2002.


tratto da Alto Adige - 14 ottobre 2003
Dall'8 al 10 novembre andrà in scena la 12.ma edizione della straordinaria manifestazione enogastronomica
Il Winefestival conquista la passeggiata
Per ospitare "Culinaria" verrà installato un immenso tendone
Grandi cuochi stellati delizieranno gli ospiti al Felsenkeller e a Trauttmansdorff
di Gigi Bortoli
MERANO. Chiusasi in questi giorni una delle più importanti manifestazioni cittadine, ovvero le Settimane musicali, ecco che già se ne annuncia un'altra, il non meno atteso Winefestival. La manifestazione, giunta alla 12ª edizione e abbinata ad una parallela rassegna, Culinaria, che rappresenta l'esaltazione del gusto, si terrà nei giorni 8, 9 e 10 novembre nelle prestigiose sale del Kurhaus.
Il Winefestival, creatura di punta del Gourmet's International, segnalata tra le più importanti rassegne vitivinicole della scena italiana e internazionale, quest'anno s'annuncia ancora una volta nel segno di una selezione che offrirà l'essenza dell'essenza. Dei 3500 vini presentati da più di 1200 aziende di settore, la commissione d'assaggio permanente che funge da garante dell'alta qualità dei prodotti, ha selezionato come sempre i migliori.
A guidarci in questo inebriante mondo fatto di degustazioni e di sapori straordinari è Helmuth Köcher, autentico pilastro, assieme a Federica Schir, del festival.
"La manifestazione di quest'anno - spiega Köcher avrà un ulteriore incremento rispetto a quella, splendidamente riuscita, dello scorso anno. Ancora una volta puntiamo al massimo della qualità delle aziende partecipanti, ma anche sulle manifestazioni collaterali organizzate in collaborazione con altre organizzazioni".
Ci può anticipare qualche sorpresa?
"La novità che sicuramente darà nell'occhio, sarà una grande struttura esterna predisposta sulle passeggiate e alla quale s'accederà direttamente dal Kurhaus attraverso un apposito passaggio. Lo scopo non è tanto quello di allargare gli spazi peraltro ottimali della tradizionale sede, ma per rendere più visibile l'altro fiore all'occhiello del Winefestival, ovvero Culinaria, giunta alla sua settima edizione. Quindi, all'interno del Kurhaus gli spazi saranno riservati solo ai vini".
Parliamo di vino. Come sarà strutturata la manifestazione di quest'anno?
"E' importante segnalare che le selezioni sono avvenute ancora a gennaio. Sono stati degustati, da parte di 7 commissioni, circa 3500 campioni di 1200 aziende. Si può proprio affermare che a Merano si troverà il meglio del meglio. Abbiamo suddiviso il festival in diverse sezioni. Ci sarà l'Union Grands Crus de Bordeaux con 40 prodotti di punta della caratteristica terra francese, si troverà la sezione "I Cento", con una presentazione e degustazione del massimo livello qualitativo sul mercato italiano, quindi Italia Top Selected, con altre 92 aziende nazionali selezionate. Troverà giusta collocazione la sezione Consorzi del vino, con quattro tra i maggiori consorzi italiani, Brunello di Montalcino, Valpolicella, Monferrato e Collio. Dunque, Toscana, Veneto, Piemonte e Friuli. Riproporremo "Dulcis in fundo" con dodici produttori di vino bianco dolce dell'Italia. Stesso discorso per Primitivo di Manduria con sei prodotti. In fine, la presentazione di sedici prodotti realizzati da vigneti autoctoni".
Quale il tema forte, centrale, del festival?
"Ogni anno abbiamo deciso di scegliere un tema: la regione vitivinicola più forte d'Italia. Quest'anno al centro ci sarà la produzione siciliana. Avremmo presenti venti aziende dell'isola. Sarà un autentico festival del palato, perché ci si troverà davanti a vini straordinari, corposi, succosi, unici. Un altro tema sarà quello che si focolarizzerà su un vitigno autoctono. In quest'edizione sarà il Primitivo di Manduria".
Un ritorno e un rilancio dell'autoctono, insomma.
"L'Italia si differenzia un po' da tutti gli altri Paesi. Da noi ci sono almeno circa 350 vitigni autoctoni, che crescono, cioè, solo in quella determinata zona. Ad esempio, in Alto Adige il Lagrein, in Sicilia il Nero d'Avola. Poi ci sono vitigni che possiamo definire internazionali, i quali possono crescere anche a diverse longitudini e latitudini. Il carattere della produzione italiana sta proprio nel fatto che è unica e, soprattutto, inimitabile. Noi vogliamo promuovere questa peculiarità".
E' una risposta alle polemiche apparse sulla stampa specializzata nazionale lo scorso anno circa un presunto privilegio riservato ai vini altoatesini?
"Non c'è stato, e non c'è nessun privilegio nei confronti dei vini locali. Il criterio è il seguente. E' dal 1992 che suddividiamo regionalmente a seconda dell'importanza di questa o quella produzione. All'interno dei "Cento" vengono assegnati i posti di conseguenza. Il tema dello scorso anno era l'Alto Adige, che s'era segnalato per una produzione interessante; quest'anno sarà la Sicilia che avrà una presenza massiccia, proporzionalmente alle altre zone vitivinicole rappresentate nei saloni del Kurhaus".
Presenza internazionale?
"Oltre alla conferma dell'Union Grands Crus de Bordeaux, avremo sessantacinque produttori provenienti da diversi stati esteri. Tra questi spicca la produzione austriaca, ma avremo anche la curiosità rappresentata dalla Croazia. Un'occasione di confronto e di conoscenza di realtà poco frequentate".
Culinaria cosa riserverà?
"La costola gastronomica del festival ha raggiunto un livello tale da richiedere maggiore visibilità. Una considerazione che mi ha ispirato la struttura tensostatica in passeggiata. Sempre all'insegna della selezione, ospiterà 70 produttori di rango, piccoli o grandi sullo stesso piano".
E' prevista anche un'iniziativa volta a fondere mondo del vino con quello della culinaria?
"Sì. Sarà un festival nel festival, ovvero GourmetFestival. In collaborazione col team di Norbert Niederkofler del Rosa Alpina di Corvara e la società Alto Adige Marketing saranno organizzate cene ad altissimo livello con team di cuoci stellati Michelin in due ambienti unici e particolari. A Castel Trauttmansdorff, nella Sala Sissi, il 7, l'8, il 9 novembre, dalle 20, si gusteranno le delizie di Norbert Niederdorf (St. Hubertus, Rosa Alpina di Corvara), Alois Vanlangenacker (San Pietro di Positano) e Martin Dalsass (Sant'Abbondio, Sorengo - Svizzera) e Corrado Fassolato (La Siriola di Corvara). Alla Felsenkeller di Laimburg (Vadena) l'8, il 9, il 10 novembre "approccio" con la cucina di Heinz Winkler (Residenz Aschau - Germania), Norbert Niederkofler, André Jaeger (Fischerzunft, Schaffausen - Svizzera), Martin Dalsass".
Come descriverebbe la manifestazione 2003?
"Un'occasione unica per dissetare i sensi, viziare il palato, abbandonarsi al gusto".
Cosa concorre al successo del Winefestival?
"La cosa più importante è la credibilità che ha saputo conquistarsi la Gourmet's International. Quindi le selezioni, che sono assolutamente improntate alla serietà e obiettività di giudizio. Un gioco importante anche se di riflesso lo gioca naturalmente l'Alto Adige, quale provincia conosciuta e riconosciuta in tutta Italia e all'estero, poi Merano, che resta sempre una bella e accogliente cittadina. Ma soprattutto metterei il Kurhaus, con il suo fascino Jugendstil le sue tante sale".


tratto da il Messaggero - 14 ottobre 2003
Nel nuovo disciplinare fissato a 130 quintali il tetto massimo per ettaro contro i 150 attualmente in vigore
Frascati doc, tagli alla produzione
Abolite le coltivazioni a tendone e la vendita in bottiglie da due litri
di LUIGI JOVINO
Si apre una nuova stagione per il vino Frascati Doc. Il Consorzio di tutela ha, infatti, presentato al Comitato nazionale dei vini ed alla Regione Lazio la proposta di modifica del disciplinare, frutto del lavoro di un anno di diciotto super esperti. Le nuove norme, secondo le aziende del settore, daranno un ulteriore incremento di qualità al prodotto, favorendo la diffusione in segmenti di mercato finora inesplorati. Il nuovo disciplinare dispone l'eliminazione della coltivazione a tendone, porta la resa per ettaro da 150 quintali a 130, vieta la commercializzazione del vino in bottiglioni da due litri e modifica la base ampelografica, promovendo vitigni tipici consigliati dalla Regione Lazio. "Con il nuovo disciplinare - afferma Umberto Notarnicola, presidente del Consorzio di tutela - abbiamo dettato norme più severe e molto vicine a quelle della Docg allo scopo di rilanciare il nostro vino che da troppo tempo segna il passo sui mercati nazionali e stranieri". Dopo questa fase preliminare di discussione con gli organi competenti, ci saranno le audizioni e per la prossima vendemmia probabilmente si andrà al nuovo regime. Ma le novità per il vino Frascati Doc non sono finite. L'undici novembre, infatti, i responsabili del Consorzio di tutela firmeranno con i funzionari del ministero delle Politiche agricole e della Regione il decreto per il controllo "erga omnes", acquisendo il diritto di verificare sia nella zona di produzione che fuori le fasi della raccolta delle uve, della vinificazione e dell'imbottigliamento del vino Frascati. In questo modo i produttori della zona sperano di eliminare le sofisticazione ed i difetti di commercializzazione del famoso vino romano che tanto danno hanno creato all'immagine del prodotto. Il Consorzio Frascati si è battuto molto per avere il diritto ai controlli concesso, in via sperimentale solo a dodici organismi interprofessionali in Italia. "Il nuovo disciplinare - commenta Filiberto Zaratti, assessore provinciale all'Agricoltura - è l'ennesima dimostrazione di responsabilità offerta dagli addetti alla produzione del vino Frascati e rappresenta il tentativo di rilanciare l'intero comparto vitivinicolo. Naturalmente le istituzioni devono sostenere gli sforzi finora fatti, ma mi auguro che i sacrifici non ricadano in massima parte sugli agricoltori, come tante volte è accaduto". Il riferimento esplicito va al mancato accordo tra i produttori e le aziende del Frascati sul prezzo delle uve, rimasto ai livelli dell'anno scorso. "Una migliore qualità - aggiunge Tommaso Mascherucci, assessore all'Agricoltura nel Comune di Frascati - non si traduce automaticamente in successi sul mercato. Per le sorti del vino Frascati, adesso, occorre una nuova strategia di commercializzazione che potrebbe giovarsi proprio del diritto acquisito dei controlli fuori dalla zona di produzione da cui provengono in massima parte le sofisticazioni e le "svendite" del prodotto". Gli amministratori, insomma, dopo la fase dei sacrifici degli agricoltori, "passano la palla" alle aziende chiedendo maggiori investimenti e strategie di marketing adeguate.

E per esaltare sapori e bouquet arriva la "vendemmia a freddo"
"Il freddo" arriva prematuramente per migliorare il bouquet, il colore, il sapore e la qualità dei vini. Per la prima volta nel Lazio e dopo un lungo periodo di verifiche sperimentali, dalle Cantine San Marco di Frascati (tra le più grandi aziende produttrici del Frascati doc) è stata applicata la "vendemmia a freddo", grazie all'ausilio di sofisticate e costose apparecchiature. La tecnica del freddo è stata applicata in tutte la fasi di lavorazione a cominciare dalla raccolta delle uve fino alla macerazione prefermentativa del mosto. I tecnici e gli enologi hanno spiegato che le basse temperature favoriscono la frantumazione delle pareti cellulari dei singoli chicchi d'uva, migliorando l'estrazione di polifenoli e di composti aromatici. L'abbassamento immediato della temperatura di lavorazione delle uve, grazie all'apporto di anidride carbonica liquida e solida, invece, garantisce una vinificazione senza difetti con una fonte di freddo naturale e di semplice dosaggio. Tra gli effetti più positivi, il drastico abbassamento delle ossidazioni, dovute all'ossigeno dell'aria. La vendemmia a freddo "sperimentale" è stata applicata sia su vini rossi che su quelli bianchi e gli esperti hanno potuto constatare risultati che hanno definito "eccezionali" rispetto ai prodotti vinificati con i metodi tradizionali. Per ottenere vini di qualità superiore sono necessarie, però, uve sanissime e condizioni di maturazione ottimali.
L. Jo.


tratto da la Nazione - 13 ottobre 2003
Tokaj, tradizioni secolari per un vino regale
di Giovanni Ruggeri
U n nome, due meraviglie: una splendida regione e un eccellente vino. Cioè, Tokaj. Inclusa dall'Unesco nel Patrimonio mondiale dell'Umanità, la regione ungherese di Tokaj è indissolubilmente legata, già nel suo stesso nome, al vino che in essa viene prodotto e che è conosciuto in tutto il mondo come il passito più antico di cui si abbia notizia. Del resto storia e tradizione sono ricche di narrazioni circa questa eccellente bevanda, con autorevoli apprezzamenti.
Riferiscono ad esempio le cronache che nel 1562, durante il Concilio di Trento, Papa Pio IV in persona, dopo aver assaggiato un sorso di Tokaj, abbia esclamato: "Summum pontificem talia vina decent", cioè "Questi vini ben si addicono al Sommo Pontefice". E nel 1703, dopo che Ferenc Rákóczi, Principe di Transilvania, ebbe donato a Luigi XIV alcune bottiglie del vino coltivato nei suoi terreni a Tokaj, il Re Sole, deliziandosene tra i fasti della corte di Versailles, esclamò: "Vino dei Re, Re dei Vini!".
Singolare e millenaria è la cultura vitivinicola della regione di Tokaj-Hegyalja, situata nel nord-est dell'Ungheria e comprendente 27 località, tra le quali le aree di Tokaj, Bodrogkeresztúr, Bodrogkisfalud, Mád, Mezozombor, Rátka, Szegi, Tarcal, Tállya. Tutta questa regione presenta particolarità uniche sul piano geologico e geografico: in seguito ad attività vulcaniche e postvulcaniche vi si è infatti formato un suolo particolare, che incide molto sulla fertilità del terreno e sulle sue capacità di assorbimento, mantenimento e rispecchiamento del calore. La favorevole posizione del terreno, la buona esposizione al sole, la vicinanza dei fiumi Bodrog e Tisza creano condizioni climatiche favorevoli, da cui dipende, ad esempio, il cosiddetto "ammuffimento nobile", processo grazie al quale gli acini di uva si trasformano in passiti.
Da secoli, vengono coltivati in questa regione vitigni autoctoni: Furmint, Hárslevelu e Moscato di Lunel. Sul territorio è presente anche una vasta rete di antichissime cantine sotterranee, scavate nella roccia, che garantiscono una temperatura costante di 12°C e un'umidità del 95% grazie all'azione del Cladosporium Cellore, una muffa che si nutre delle esalazioni alcoliche e purifica l'aria delle cantine.
La regione di Tokaj è una meta di grande interesse e ben nota a tutti gli amanti del buon bere, ma sa regalare piacevoli atmosfere anche a tutti coloro che amano perdersi nel dolce saliscendi di sterminati e curatissimi vigneti. L'unicità del pregiato vino che in essa viene prodotto con tecniche particolari e differenziato in vari tipi a seconda dello zucchero contenuto (i famosi "puttony") fa della degustazione di questa bevanda quasi ad un rito. La plurisecolare storia del vino e caratteristiche della regione sono illustrate in un museo nella cittadina di Tokaj
(Info: Ufficio Turistico Ungherese, Milano, tel. 02.48195434).


tratto da la Nazione - 13 ottobre 2003
Mille bottiglie di color rosso Ferrari
ANGHIARI - Mille bottiglie di vino d'annata personalizzate con una vignetta che raffigura il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo al volante di una fiammante rossa e l'immagine di Michael Schumacher, realizzata da Giorgio Forattini. Vino speciale, Chianti riserva 1999, prodotto da una nota cantina di Arezzo, numerate e messe in vendita in confezione regalo anche in una cassetta di cartone rosso. Dopo lo strepitoso successo di Schumi e la storica impresa della Ferrari, Primetto Barelli, titolare del Castello di Sorci, ad Anghiari, in provincia di Arezzo (luogo cult di vip e personaggi dello spettacolo), ha deciso di dedicare al presidente della Ferrari, le etichette, firmate da Forattini, del proprio vino ed ha tagliato il nastro del primo fan club 'Amici della Ferrarì della valtiberina Toscana, presieduto dall'ex direttore di Rai uno, Carlo Fuscagni. "L'amicizia e la stima per Montezemolo - ha detto Primetto Barelli - mi hanno spinto a mettere in commercio una serie numerata di bottiglie di vino, con le etichette firmate da un grande artista come Forattini, che confezioneremo in scatole di colore rosso in onore della Ferrara".


tratto da il Giorno - 13 ottobre 2003
Il vino fa buon sangue, è provato
di Cristina Kettlitz
MILANO - Il vino si sta confermando sempre più un elisir di lunga vita. Un riscatto più che meritato e consolidato dalla scienza, dopo anni di ingiusta demonizzazione. Mentre i medici dell'antichità, come Ippocrate e Galeno, lo prescrivevano e lo utilizzavano per curare molte malattie, la scienza del '900 si è più spesso occupata dei danni causati da un uso eccessivo di questa bevanda alcolica, dimenticandone i valori terapeutici. Oggi la scienza medica rende nuovamente giustizia al vino, motivando su basi biomolecolari ciò che empiricamente l'umanità aveva imparato millenni fa. A partire dagli anni '80 i risultati di numerosi studi epidemiologici e clinici hanno messo in rilievo come la presenza del vino nella dieta possa rappresentare una importante componente nel prevenire molte patologie e un fattore determinante per il benessere e la salute dell'uomo. Fino a poco tempo fa, infatti, a essere preso in considerazione come unica componente di rilievo del vino era soltanto il suo contenuto alcolico, soprattutto per gli effetti dannosi di un uso smodato. E anche quando nel 1991 Curt Wellison dell'Università di Boston scoprì il cosiddetto paradosso francese, ossia la constatazione che la mortalità cardiovascolare in Francia era più bassa che in altri Paesi, a parità di consumi di grassi, grazie al consumo di vino, in un primo tempo il merito andò al contenuto di alcol. Solo successive ricerche più approfondite hanno rivelato che il segreto dell'effetto preventivo nei confronti delle malattie cardiovascolari va ricercato nel complesso di sostanze naturali presenti nel vino, e soprattutto nell'elevato contenuto di potenti antiossidanti, presenti in particolare nelle bucce delle uve nere. Questo spiega il maggior effetto benefico del vino rosso, in quanto durante la macerazione sulle bucce il mosto si arricchisce di una grande quantità di antiossidanti, antociani, tannini. polifenoli, che vanno a costituire le caratteristiche organolettiche del vino, ma hanno gran parte del merito di una ben documentata attività farmacologica nella prevenzione cardiovascolare, oncologica, neurologica e dell'invecchiamento fisico e mentale. Però, come tutti gli elisir, anche il vino va dosato con cura e la quantità ideale da assumere per ottenere il suo effetto benefico è di 2-3 bicchieri al giorno, consumato sempre ai pasti. A queste dosi il suo apporto calorico si aggira intorno alle 80 calorie e non incide su una dieta ben equilibrata, anzi la rende più completa e salutare.
Pagina a cura di Maurizio Maria Fossati. E-mail: maurizio.fossati@ilgiorno.it

Ma guai ad esagerare...il conto arriva al fegato
MILANO - A fronte di tanti effetti positivi per la salute, il vino può nascondere rischi potenziali quando se ne superano le dosi consigliate. Dato che un buon vino rosso si aggira generalmente sui 13 gradi, 2-3 bicchieri al giorno corrispondono all'assunzione quotidiana di 25-40 grammi di alcol, dose considerata ottimale per il sesso maschile. Le donne invece dovrebbero limitarsi a 20-30 grammi di alcol al giorno, pari a 1-2 bicchieri, perchè l'organismo femminile è più suscettibile ai danni da alcol, in quanto l'etanolo viene metabolizzato meno efficacemente. Il cervello è senza dubbio l'organo che per primo risente dell'eccesso di alcol. Al primo posto tra i rischi di abuso di alcolici è la riduzione della prontezza dei riflessi e della percezione del pericolo. Segue il potenziale pericolo di cocktail alcol/farmaci, in particolare sonniferi, tranquillanti e antidepressivi che agiscono sul sistema nervoso centrale. Il fegato, essendo l'organo dove viene metabolizzato l'etanolo, è molto esposto agli effetti tossici dell'abuso di alcol, tanto che cirrosi epatica e tumori del fegato sono spesso conseguenze dell'alcolismo e chi soffre di epatite cronica in seguito a infezioni virali che colpiscono il fegato deve astenersi dal bere. Anche lo stomaco può risentire di un eccesso di alcol, con forme di gastrite e di ulcera, che affliggono spesso i bevitori cronici. A livello cardiovascolare, l'alcol ad alte dosi tende a far salire la pressione arteriosa ed è assolutamente proibito a chi ha grave forme di scompenso cardiaco. Infine chi è obeso o in sovrappeso e deve ridurre l'apporto calorico per dimagrire, deve necessariamente limitare il consumo di alcolici.

E se nella vasca da bagno ci metti il mosto, ammorbidisci pelle e rughe
MILANO - Bagni con estratti di uva, uniti nei centri termali alle acque sulfuree, peeling con semi di vinaccioli, impacchi e bendaggi tonificanti di vitis vinifera contro la cellulite, massaggi riattivanti a base di estratti di vite rossa, maschere all'olio di vinaccioli contro le rughe sono alcuni dei trattamenti della vinoterapia, l'ultimo grido della cosmetica, arrivato da poco anche in Italia. Quello che sta diventando ormai un fenomeno di moda nasce in Francia, a Bordeaux nel 1990, quando Mathilde e Bertrand Thomas, viticoltori, hanno l'idea di fondare il primo centro al mondo di vinoterapia. In una vecchia dimora storica immersa nel verde ci si può concedere i "bain barrique", bagni in suggestive vasche a forma di botte con dentro i principi attivi con proprietà antiossidanti dei chicchi dell'uva. Il mosto, le vinacce e soprattutto i vinaccioli, ossia i semini dell'uva sono, infatti, ricchissimi di polifenoli antiossidanti, che hanno la proprietà di contrastare i processi di invecchiamento cutaneo causati dai radicali liberi, di rinforzare e migliorare la microcircolazione, combattendo la cellulite, di proteggere il collagene e l'elastina che mantengono la pelle morbida, ritardando la comparsa delle rughe. Le foglie di vitis vinifera o vite rossa contengono, invece, principi attivi con proprietà antinfiammatorie e protettive dei capillari sanguigni. In Italia i primi due centri di vinoterapia sono stati aperti alle Terme di Sassuolo in Emilia Romagna e al Relais San Maurizio di Santo Stefano Belbo in Piemonte, ma ora si sono aggiunti anche quelli di Radda in Chianti, di Montepulciano, di Ortona, di Abano Terme e di Corte Franca in Franciacorta.

Il segreto del rosso? Una difesa naturale della vite
MILANO - Tra i vitigni più ricchi di polifenoli antiossidanti troviamo il Cabernet Sauvignon e il Merlot, con cui si fa il Bordeaux francese, ma anche molti vini italiani tra cui il lombardo Valcalepio. Altri vitigni ricchi di queste preziose sostanze il Nebbiolo, il Teroldego il Sangiovese, il Montepulciano, il Pinot nero e l'Aglianico. Il contenuto di polifenoli del vino rosso è di circa 2 grammi per litro (contro lo 0,5 grammi del vino bianco), tra flavonoidi, acidi fenolici e resveratrolo. E il vero segreto del vino rosso sembra essere proprio il resveratrolo, un polifenolo, presente già nella vite, usato dalla pianta come difesa naturale contro l'aggressione dei raggi ultravioletti e contro gli attacchi di batteri e funghi. Questo spiega le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie preziose anche per l'organismo umano. I livelli di resveratrolo prodotti dalla vite variano da vitigno a vitigno ed è direttamente proporzionale alla quantità di raggi ultravioletti cui è esposta la vite. Il resveratrolo ha la capacità di ostacolare i processi ossidativi che portano alla formazione di radicali liberi di ossigeno, vere e proprie mine vaganti responsabili di danni cellulari alla base di molte patologie e dell' invecchiamento dei tessuti. A livello circolatorio, il resveratrolo contrasta i meccanismi che favoriscono la formazione della placca aterosclerotica: previene, infatti, i processi infiammatori della parete arteriosa, contrasta l'ossidazione delle lipoproteine LDL e l'aggregazione delle piastrine, impedendo la formazione dei trombi che vanno a restringere o a occludere i vasi arteriosi. Tanto che un bicchiere di vino rosso al giorno è consigliato dai cardiologi, anche a chi ha avuto un infarto. A livello cerebrale, aumenta l'attivazione di segnali elettrochimici intracellulari: ne deriva una stimolazione dei processi di apprendimento e di memoria a lungo termine e una riduzione dell'incidenza di demenza senile. In campo oncologico il resveratrolo sembra avere un'attività chemiopreventiva anticancro, soprattutto perché inibisce processi infiammatori all'origine di alcuni tumori, come il cancro del colon.


tratto da il Giorno - ottobre 2003
Gambero rosso incorona lo Sfursat.
Così la Valtellina è regina del vino

Ma.Ga.
Valtellina, regina del vino rosso tricolore. A ricevere l'ambito premio di "Miglior vino rosso d'Italia" che ogni anno viene assegnato dalla Guida del Gambero rosso e Slow food, quest'anno sarà la "Nino Negri" di Chiuro. Un successo meritato, che sorprenderà chi pensa che i grandi rossi siano solo piemontesi o toscani, e che viene a premiare il lavoro di questa cantina che, per la Lombardia, rappresenta un fiore all'occhiello. I segreti del successo? Guidata con mano sicuro da quel principe dell'enologia, silenzioso, montagnino, ma di esperienza e professionalità senza eguali che è Casimiro Maule, la "Negri", fondata nel 1897, ogni anno investe in ricerca, migliora vigneti e cantine, insomma, lavora con quella serietà che, al di là dei premi e dei giudizi positivi della critica, riconcilia gli enofili con Bacco. I vini? Oltre al Mazèr inferno, un rosso che sorprende per i suoi profumi di frutti di bosco, vaniglia e viola appassita, per il suo corpo morbido e armonico, e per il suo elegante e persistente retrogusto di mirtillo e liquirizia, e al Cà Brione, raro e felicissimo esempio di bianco ottenuto da uve bianche e nere, approfittando della 96esima Mostra del Bitto (info, 0342. 615502) che va in scena oggi a Morbegno, è da provare quello Sfursat 5 stelle che con il suo colore rosso rubino, i suoi profumi di amarena, prugne, confettura e spezie, il suo gusto ampio, morbido e la sua persistenza infinita, è chicca enoica senza eguali.


tratto da il Resto del Carlino - ottobre 2003
Il Verdicchio di Matelica anche su Internet
m. p.
MATELICA - Ora l'Enoteca comunale potrà vendere i suoi prodotti anche su Internet. La decisione è stata adottata dalla Giunta ed approvata dal Consiglio comunale. "Molti turisti - ha affermato Luciano Barboni, assessore al Bilancio - ci chiedono dove poter acquistare il vino di Matelica in altre regioni: ora tramite l'e-commerce la vendita sarà diretta e potremo raggiungere chiunque, rendendo più conosciuti i nostri prodotti". Critica l'opposizione che ha visto accrescere la spesa pubblica per potenziare l'Enoteca: con l'ultimo finanziamento di 3.000 euro, si è arrivati a 7.050 euro per quest'anno. "Queste spese sono state necessarie - ha spiegato il sindaco Gagliardi - anche per aderire alla convenzione con l'Università di Firenze, che renderanno produttive le attività che si svolgono al Centro analisi sensoriale, allestito nell'enoteca di via Cuoio". Le analisi chimiche ed alimentari hanno un costo che oscilla dai 2.000 ai 10.000 euro e sono poche le strutture italiane con simili potenzialità.


tratto da il Mattino - ottobre 2003
I sommelier diventano "super"
Associazione italiana sommelier e Scuole alberghiere creeranno, in tandem, "super sommelier" e "super camerieri".La proposta è stata presentata al congresso dell' Associazione nazionale sommelier.
Dal convegno è nato un accordo per avviare un percorso post diploma, oggi mancante, che offra agli studenti degli istituti professionali un percorso parallelo e integrativo ai classici percorsi universitari, con l' obiettivo di fornire a sommelier e camerieri una formazione di comunicatori e manager di vino,gastronomia e cultura del territorio.


tratto da il Messaggero - 10 ottobre 2003
Il Brunello aiuta la Lega tumori
ORMAI è noto che il vino fa bene alla salute. E a volte fa bene anche al prossimo. I vignaioli del Consorzio del Brunello di Montalcino hanno messo a disposizione 1.000 prestigiose bottiglie il cui ricavato sarà destinato al Centro Prevenzione Lega Tumori di Siena. L'occasione è data dal convegno scientifico "Salute da bere" che si terrà sabato a Montalcino per celebrare le virtù positive di un consumo moderato di vino. Le mille bottiglie di Brunello di Montalcino 1998, che saranno vendute a 60 euro ciascuna, sono state numerate e personalizzate da una etichetta realizzata dal pittore Franz Borghese. L'incontro, promosso dal Comune, dal Consorzio del Brunello e dalla Lega Tumori di Siena, costituirà l'occasione per illustrare l'associazione fra l'uso moderato della bevanda e la ridotta mortalità per malattie cardiovascolari, e probabilmente anche tumorali grazie ai polifenoli che contiene.


tratto da la Nazione - ottobre 2003
Colli Fiorentini, una vendemmia a cinque stelle
di Andrea Ciappi
Vendemmia a cinque stelle per l'"altro" Chianti. Quello a denominazione Colli Fiorentini. Vini saliti alla ribalta in occasione dell'ultimo Vinitaly veronese. Vendemmia di lusso anche per via della tecnologia: il collegamento in rete col bollettino meteo dell'Arsia ha consentito di "scegliere giorno e momento preciso per raccogliere l'uva in un determinato vigneto" spiegano il conte Ferdinando Guicciardini e Ugo Bing, viticoltore d'origine ebreo-tedesca la cui famiglia da 60 anni coltiva terre fra Valdipesa e Valdelsa. "Raccolto ottimo", confermano Stefania e Filippo Rocchi, tra i vigneti di S.Pancrazio. Spiega nei dettagli Guicciardini: "Si è avuta una maturazione violenta delle uve a causa dell'estate che conosciamo. Abbiamo temuto seriamente. Invece poi, grazie anche alla profondità dei nostri terreni che ritengono acqua, le uve si sono salvate". Provvidenziali piogge di fine estate e l'ottimo clima recente hanno fatto il resto: "Abbiamo scelto campo per campo come e dove vendemmiare. Non sappiamo ancora quale sarà la resa, comunque bassa rispetto alla norma. Ma ci sarà una concentrazione maggiore di polifenoli almeno nella nostra zona. Mai così alta in passato". I polifenoli danno qualità al vino rosso, anche terapeutiche giacché prima le Università americane e poi quelle europee hanno riconosciuto il loro ruolo anticancro. Ma la cartina tornasole è il grado zuccherino dei mosti: "Già ora si otterrebbe un vino fra i 12 e i 13 gradi" prosegue Guicciardini. Senza contare dunque che il vino acquisirà ulteriore struttura con l'invecchiamento. Guicciardini mostra i dati della produzione Duemila: su un milione di ettolitri di tutte le denominazioni Chianti, 22mila sono dei Colli Fiorentini. Nel 2003 scenderà, "ma saranno vini di alta qualità".


tratto da il Giornale di Brescia - 9 ottobre 2003
Franciacorta, mille stili di successo tra conferme, sorprese e dubbi
di ALDO CORTE & FILIPPO MORI
Franciacorta al centro dell'attenzione in queste settimane. Prima il Festival - anticipato, accompagnato e seguito da degustazioni, visite alle cantine, verticali - poi, fino a domenica prossima, la rassegna con menù a base di formaggio proposti dai 9 ristoranti; da domani poi la vetrina casearia a Castegnato che non mancherà di... bagnarsi. Insomma una molteplicità di occasioni enoiche che ha consentito a molti di farsi un'idea più precisa ed aggiornata sulle tendenze e gli orientamenti delle ''maison'', almeno per il vino bandiera di quest'area: il Franciacorta docg appunto. Non mancherà dunque nelle prossime settimane l'opportunità di raccontare qualche esperienza, a cominciare ad esempio dalla sorprendente longevità degli Extra Brut di Villa, assaggiati anche in bottiglie con una sboccatura ormai datata, oppure dalla finezza di tipologie ancora non sufficientemente apprezzate, come il rosè, soprattutto nella versione di Uberti o di Monterossa '95 o del Collezione Cavalleri '97; oppure ancora dal valore di qualche emergente come Giuseppe Vezzoli. Tra le moltissime conferme di qualità e le non poche piacevoli novità che questa effervescente ricognizione ha riservato, è pure emersa tra gli addetti ai lavori qualche domanda, almeno un dubbio, forse non solo accademico e non del tutto inutile (soprattutto perchè a porselo sono alcuni dei produttori leader). L'interrogativo più pregnante riguarda infatti la grande varietà degli stili che oggi si confrontano in Franciacorta. Ovvero se avere aziende che fanno prodotti spesso diversissimi, eppure tutti riuniti da uno stesso nome, sia ancora una ricchezza, una caratteristica vincente sul mercato, o se non sia il caso di puntare su qualche peculiarità più esclusiva, su un'identità più marcata, almeno per talune tipologie. Fatta salva l'ovvia libertà di ogni ''maison'' di fare il vino che preferisce, più d'uno si chiede insomma cosa debba distinguere tutte le bollicine di Franciacorta, da quelle trentine, di Francia o di Spagna. Ognuno sinora ha dato la sua risposta, con prodotti ora più muscolosi ora più beverini, con prevalenze di un vitigno rispetto all'altro, con uso diversissimo di legni e botti piccole per tempi neppure confrontabili. E senza azzardare risposte, ci è parsa convincente la tesi di chi lascerebbe la massima libertà nelle versioni Brut e nei Millesimati d'ogni azienda, cercando invece di caratterizzare di più ad esempio il Satèn, l'unicità di successo del Franciacorta. Andrebbe secondo più d'uno salvaguardata maggiormente la sua cremosità, messo un limite ai legni, usato esclusivamente Chardonnay. Ma il dibattito è solo all'inizio.


tratto da il Resto del Carlino - 9 ottobre 2003
Sommelier, il migliore viene dalla Svizzera
di Paolo Morelli
CERVIA (Ravenna) - Se volete farvi consigliare e servire un vino dal miglior sommelier italiano dovete andare... in Svizzera. Savino Angioletti, 39 anni, originario di Acerenza, in provincia di Potenza, che si è laureato campione d'Italia dei sommelier l'altra sera a Cervia, lavora infatti al "Bottegone del vino", un ristorante di Lugano dove vengono servite al bicchiere anche bottiglie da 150 euro. Nella finalissima che si è svolta al Teatro Comunale di Cervia a conclusione del 37° congresso dell'Associazione Italiana Sommeliers e della Prima Conferenza d'Autunno della Scuola Regionale di Ristorazione e dell'associazione europea Eurhodip, Angioletti ha battuto l'idolo di casa Luca Gardini, 22 anni, cervese figlio d'arte (suo padre Roberto, col quale lavora, è stato campione dei sommelier italiani nel 1993) e Luigi Perazzo, 32 anni, del ristorante El Brelin di Milano. Difficili le prove da superare: accoglienza di una coppia di ospiti di lingua straniera, degustazione di vini e distillati alla cieca, correzione di alcuni errori contenuti in una carta dei vini, decantazione e servizio di un grande vino rosso. Particolare rilievo, nella valutazione della giuria, classe, stile ed eleganza, doti indispensabili per un sommelier di oggi. Al titolo tricolore vinto a Cervia Savino Angioletti è arrivato vincendo, nel giro di poche settimane, i concorsi per il miglior sommelier della Lombardia e per il campione della Svizzera. "Dopo aver dedicato le precedenti vittorie alle mie figlie Giorgia e Giulia - ha detto dopo la vittoria - dedico quella di campione italiano a mia moglie Teresa". Insieme alla fascia di Primo Sommelier d'Italia e al trofeo Guido Berlucchi (una bottiglia -scultura di spumante realizzata da Arnaldo Pomodoro) Savino Angioletti ha ricevuto dalle mani di Paolo Ziliani, direttore marketing della Berlucchi, un assegno di 5.000 euro. "Investirò questa somma - ci ha detto - nell'acquisto di libri e vini, e nella climatizzazione della cantina di casa mia". Quasi sono i vini che preferisce? "Alcuni francesi e, tra gli italiani, il Sassicaia '85, che ho avuto occasione di degustare pochi mesi fa, e 'La Firma', un Aglianico in purezza prodotto dalle Cantine del Notaio. Mi fa molto piacere che la mia terra, la Basilicata, stia producendo vini di grande qualità".


tratto da Alto Adige - 9 ottobre 2003
Genoma della vite, si parte da S. Michele
I primi risultati per la mappatura completa ottenuti dall'Istituto agrario
di Carlo Bridi
S.MICHELE ALL'ADIGE. "L'Istituto Agrario di San Michele all'Adige è all'avanguardia nella mappatura del genoma della vite e la Provincia di Trento ne è orgogliosa. Il Trentino può ora candidarsi ad essere promotore della ricerca dei partner per intraprendere il sequenziamento completo del genoma". Lo ha affermato il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, nel suo intervento al convegno scientifico organizzato ieri dall'Istituto sul tema: "Mappa fisica della vite, ricerca ed innovazione all'Istituto Agrario di San Michele all'Adige".
L'assessore Mauro Leveghi ha affermato come San Michele sia l'unico Istituto collegato con la produzione. Entrambi hanno sottolineato l'importanza di questo progetto di biologia avanzata avviato nel 1999 in collaborazione con l'Università di Udine e con il supporto finanziario della Fondazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Ora, è importante proseguire in piena sintonia oltre che con Udine, con il Ministero dell'università e della ricerca, con il Cnr, e con l'Enea.
Il primo passo del progetto è stato quello di produrre varie mappe molecolari che hanno consentito, seppur in termini probabilistici, di aumentare le informazioni sui cromosomi della vite.
Il passo successivo, è stato quello della ricostruzione fisica dei cromosomi. Una volta ottenute le informazioni sui geni utili, fatta sempre in termini probabilistici, si è passati a precise indicazioni sulle loro distanze fisiche reali. L'importanza dei risultati conseguiti, secondo il professor Mario Fregoni, uno dei più grandi studiosi della vite, si hanno sia sul fronte della difesa che su quello della qualità. Fregoni, tra l'altro, ha affermato: "In 120 anni di ricerca nel campo della vite non abbiamo trovato una sola varietà resistente alle malattie e in grado di produrre un miglioramento qualitativo. Se non vogliamo andare verso la chimica per difenderci dalle malattie, cominciando dalla tradizionale peronospora per arrivare alle virosi che sono oggi un grosso problema perché non abbiamo sistemi di difesa chimica, dobbiamo andare verso l'ottenimento di piante resistenti. La scoperta di San Michele ci agevola in questo, ed anche per incrementare gli antociani nel vino. In una parola: per renderlo migliore".
Ma questo risultato - hanno affermato il presidente dell'Istituto Giovanni Gius ed il direttore del Centro Sperimentale, Basilio Borghi - sono il frutto di una fattiva collaborazione fra un gruppo di ricercatori che operano all'interno dell'Istituto ed il professor Mario Morgante dell'Università di Udine: e su questa strada l'Istituto intende proseguire.
Si è privilegiato un approccio biologico, ha affermato Borghi, perché una soluzione ottimale dei problemi ambientali, di qualità e di salvaguardia della tipicità dei prodotti locali, richiede che si faccia sempre meno ricorso ai prodotti di sintesi o a interventi tecnologici, utilizzando al meglio le conoscenze nel campo della biologia, della genetica e della fisiologica. Con uno slogan: meno chimica più biologia.
Ma queste ricerche si sono potute fare anche perché c'erano a disposizione risorse adeguate, sia finanziarie, sia umane. Le risorse proprie del Centro Sperimentale sono passate da 7.751.000 euro (19,7% del bilancio complessivo), del '98 a 15.997.000 (46,5%) del 2003, mentre i ricercatori sono passati dai 147 del '98 ai 195 nel 2003. Significativo il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto che ha stanziato 3,5 milioni di euro per il progetto "Biologia avanzata applicata alla vite, al melo ed ai salmonidi".
Da registrare ieri a San Michele la pressoché totale assenza degli addetti ai lavori.


tratto da il Messaggero - 7 ottobre 2003
Serrapetrona/Dopo la conquista del Docg le nuove idee del sindaco sul futuro del vino e dell'economia locale
"E ora proviamo a lanciare con la Vernaccia i veri prodotti di nicchia"
di PIERO CIARAPICA
SERRAPETRONA Onore al re dei vini con "Il Vernaccia day", ma anche tante idee nuove intorno alla produzione e commecializzazione di questo vino.r "Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale -dice il sindaco Giampiero Feliciotti- del riconoscimento alla Vernaccia della "Docg" (Denominazione di origine controllata e garantita), il massimo che si potesse ottenere nell'olimpo dei vini (è l'unico prodotto nelle Marche ad averlo conquistato), la mia preoccupazione era quella di presentare oltre il prodotto, il luogo dove nasce, le sue peculiarità. Gli aspiranti sommelier che hanno come materia tutte le Docg d'Italia dovranno studiare ora anche la Vernaccia, quindi conoscerne la patria, il percorso dell'uva, gli appassimenti, le caratteristiche del vino, la viticoltura". Sei sono le aziende agricole che producono la Vernaccia, ma l'interesse per la Vernaccia sembra in aumento. "Ci sono due nuove società che hanno investito in vigneti a Serrapetrona. E' per noi grande soddisfazione che arrivino forze economiche esterne. Dico però che non si può fare business intorno alla Vernaccia perché questo è un vino molto delicato, molto lavorato che cammina "con le scarpe degli uomini e con la loro anima". Per cui aspetto questi nuovi produttori che oltre alle belle vigne, alle belle cantine e agli investimenti, ci presentino un prodotto che sul mercato sia perlomeno alla pari di quello che finora si è prodotto qui". "Non è possibile -continua il sindaco- che i prodotti tipici locali restino tali solo sulla carta e che quindi non vi siano dei punti specifici dove poterli acquistare. Attraverso i produttori della Vernaccia, dei dolci e del ciabuscolo, della carne e del formaggio, abbiamo proposto lo statuto della strada del vino e la costituzione di "Serrapetrona della Vernaccia e dei sapori dei Sibillini - Strada del vino", un'associazione che andremo presto a formalizzare dal notaio, creeremo così tre punti vendita "agrishop" di prodotti marchiati con un bollino rilasciato da una commissione consiliare del comune di Serrapetrona che testimoni la tracciabilità del prodotto stesso. Inutile fare un ciabuscolo-doc quando i maiali non vengono allevati qui ma arrivano dall'Olanda. Per evitare queste "cose" metteremo in questi tre "agrishop" prodotti che sono esclusivamente nostri".


tratto da il Giorno - 8 ottobre 2003
Vendemmia senza barriere per l'Aias
di Ilenia Pusterla
FUSINE - Vendemmia senza barriere per un gruppo di ragazzi, uomini e donne disabili e i loro accompagnatori. L'idea di far vivere a una ventina di persone con diverse abilità iscritte alla sezione provinciale dell'Aias (Associazione italiana assistenza spastici) la vendemmia di una volta è di Amos Scarinzi, cittadino di Fusine e alpino della Val Madre. Complice il bel tempo il gruppo di disabili fisici e psichici, dai 15 ai 40 anni e di diversi paesi della provincia, sabato scorso è salito di buon mattino sul pullman dell'Aias. Destinazione, la vigna di Scarinzi a Fusine, dove per due ore si sono impegnati nella raccolta. Alda Cattelini, presidente provinciale dell'Aias, e Giorgio e Santa, due ragazzi disabili, hanno pigiato l'uva con i piedi, come si faceva una volta. "Abbiamo toccato con mano cosa voleva dire vendemmiare per i nostri nonni - spiega Cattelini - ed è stata un'esperienza ricca di significato, per una giornata trascorsa insieme in allegria". Alla vendemmia è seguito il pranzo a base di polenta e spezzatino preparato dalla famiglia Scarinzi con alcuni amici dell'Aias, in un prato a fianco della vigna, situata in una posizione accessibile anche a chi si trova su una sedia a rotelle.


tratto da il Resto del Carlino - 8 ottobre 2003
Il vino raccontato dai sommelier
di Elisabetta Fusconi
Porre le basi per creare un patto che permetta di inserire la figura del sommelier nelle scuole alberghiere; lo si è fatto ieri mattina al teatro Comunale, nel corso del convegno 'Euroformazione: il sommelier protagonista della formazione in Europa', momento culminante del trentasettesimo congresso nazionale dell'Ais, che si conclude domani. I protagonisti principali di questa intesa dovranno essere, oltre all'Associazione italiana sommeliers, Eurhodip, organismo internazionale che raccoglie 120 scuole alberghiere di tutta Europa, e, per quanto riguarda il nostro territorio, la Scuola regionale specializzata nella ristorazione dell'Emilia Romagna. Al convegno hanno assistito anche i presidi di numerose scuole alberghiere d'Europa. "Una volta - ha detto Terenzio Medri, presidente nazionale dell'Ais - il sommelier era il 'cameriere del vino'; oggi, in un momento in cui il turismo sta puntando a una sempre maggiore valorizzazione del territorio, sta diventando una figura indispensabile; deve conoscere tutta la storia che c'è dietro al vino che versa, e soprattutto saperla raccontare. Questa professionalità deve essere messa a sistema e per questo ci rivolgiamo a Eurhodip, per dialogare e trovare il modo migliore di inserire il sommelier nelle scuole alberghiere". La volontà di "collaborare e ascoltarci a vicenda", è ribadita da Franca Ricci, vice presidente di Eurhodip. In qualità di referente didattico dell'Ais, ma anche di docente in un istituto alberghiero, Rossella Romani ha detto: "Per noi è indispensabile innestare le nostre competenze nella scuola alberghiera, perché è da questo tipo di istituto che possono uscire i migliori sommelier". Il dibattito, moderato da Alberto Schieppati, è stato arricchito anche dagli interventi, tra gli altri, di Mara Manente, del Centro internazionale studi di economia turistica, di Armando Petromilli, presidente dell'Ente bilaterale nazionale del turismo, di Giorgio Cappi, direttore della Scuola regionale specializzata nella ristorazione dell'Emilia Romagna, e di Alain Sebban, presidente di Eurhodip. Sempre al Comunale si è tenuta l'assemblea dell'Ais nella quale è intervenuto anche Luigi Veronelli, 'guru' italiano di vino e gastronomia: "Se abbiamo vini splendidi, con i quali siamo riusciti a 'battere' la Francia - ha assicurato - è merito vostro". Nel corso della riunione, durante la quale è stato detto che le lezioni dei corsi per diventare sommelier passeranno da 37 a 44, Edi Sommariva, della Confcommercio nazionale, ha annunciato l'avvio di un progetto per la certificazione di 'italianità' dei ristoranti italiani nel mondo: per ricevere il marchio si dovranno utilizzare soltanto prodotti italiani, ovviamente compreso il vino, ricette italiane e personale che abbia seguito adeguati percorsi di formazione. Un ente terzo certificherà i requisiti e verificherà che vengano mantenuti. Alla conclusione dei lavori l'assemblea ha anche voluto tributare un riconoscimento ai presidenti nazionali che l'hanno guidata dal 7 luglio 1965, giorno della sua nascita, a oggi. Tra gli appuntamenti in programma oggi: alle 16 al Comunale la finale del concorso Miglior sommelier d'Italia 2003, le cui semifinali si sono svolte ieri all'hotel Doge, il trofeo Guido Berlucchi, cui seguirà la premiazione in serata all'hotel Mare e Pineta durante il Gran gala delle fontane.


tratto da News Coldiretti - ottobre 2003
WTO: Coldiretti, ok stop Chianti, grappa e Marsala "Made in Canada"
"Dopo il fallimento del Vertice del WTO, l'accordo raggiunto tra Unione Europea e Canada per impedire la vendita sul mercato del Paese nordamericano di "falsi" Chianti, Grappa e Marsala "made in Canada" è un concreto passo in avanti nella lotta alla contraffazione che usa impropriamente denominazioni che si richiamano a vini di pregio riconosciuti, senza avere nulla a che fare con la realtà produttiva tradizionale, causando danni di miliardi di Euro agli imprenditori nazionali. E' quanto afferma la Coldiretti a commento della firma dell'accordo UE-Canada sulle procedure per il riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche per i prodotti vinicoli e le bevande alcoliche, annunciata oggi dal Vice Ministro Adolfo Urso. Il Canada si impegna a non utilizzare per le proprie produzioni 21 denominazioni di bevande tipiche europee (tra cui Chianti, Grappa e Marsala ma anche Champagne e Bourgogne francesi e il Porto portoghese) mentre l'Unione Europea - spiega la Coldiretti - proteggerà dalle imitazioni comunitarie il Rye Whisky canadese. Lo stop alle imitazioni e alla "vinopirateria" scatterà immediatamente con l'entrata in vigore dell'accordo per il Chianti e il Marsala mentre per la Grappa bisognerà attendere due anni e per Champagne, Porto e Bourgogne addirittura il 31 dicembre 2013. L'accordo raggiunto con il Canada, assieme a quello precedente con il Cile, rende ancora più incomprensibile - afferma la Coldiretti - l'opposizione manifestata a Cancun da questi stessi paesi alla richiesta europea di difendere gli stessi prodotti sul piano multilaterale. Se con le trattative bilaterali - sostiene la Coldiretti - è possibile giungere ad una migliore tutela dei nostri vini Doc e Docg mentre a livello WTO le trattative stagnano, si esorta l'Unione europea a intavolare analoghi negoziati anche per il reciproco riconoscimento dei nostri prodotti agroalimentari Dop e Igp come il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma che sono colpiti da inaccettabili atti di agropirateria internazionale. Le "Appellation d'Origine Controlée" (AOC) e i "Vin Délimités De Qualité Supérieure" (VDQS) in Francia, le "Denominaciones de origen de vinos" (DO) in Spagna, le Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG) e le Denominazioni di origine Controllata (DOC) in Italia e in generale, secondo la categoria comunitaria, i Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VQPRD) - sottolinea la Coldiretti - identificano il patrimonio alimentare, la cultura e il territorio dell'Unione e vanno difesi nei confronti di chi vorrebbe continuare ad abusare della storia che è propria dell'Europa. Secondo una indagine della Coldiretti, tra i vini e liquori francesi, sono lo Champagne, il Cognac, il Bordeaux, il Bourgogne, lo Chablis, il Medoc, il Sauternes, il Moselle, l'Armagnac, il Calvados e il Saint-Emilion ad essere i più imitati nel mondo, in Spagna sono l'Alicante, il Valencia, La Mancha e il Rioja ad essere copiati, mentre per l'Italia sono il Chianti, come quello classico imbottigliato nelle cantine argentine, il Lambrusco e il Marsala, prodotti in Australia o la Grappa ad essere oggetto di contraffazione. In Francia esistono 404 "Appellation d'Origine Controlée" (AOC) e 30 i "Vin Délimités De Qualité Supérieure" (VDQS) che rappresentano, rispettivamente, il 50% e il 2% della produzione totale di vino, in Spagna sono 53 Denominaciones de origen (DO), mentre - conclude la Coldiretti - in Italia sono 24 le Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG) e 314 le Denominazioni di origine Controllata (DOC) riconosciute.
I VINI EUROPEI DI PREGIO PIU' IMITATI NEL MONDO
PAESE PRODOTTO NOME
ITALIA Vini e Liquori Chianti, Lambrusco, Marsala, Grappa
FRANCIA Vini e Liquori Champagne, Cognac, Bordeaux, Bourgogne, Chablis, Medoc, Sauternes, Moselle, Armagnac, Calvados, Beaujolais, Saint-Emilion
SPAGNA Vini e Liquori Alicante, Valencia, La Mancha, Rioja
Fonte: Elaborazione Coldiretti



tratto da Naturalmente Italiano - ottobre 2003
UE: nuove regole per indicazione in etichetta
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno approvato un emendamento alla direttiva europea sulla etichettatura dei cibi. La modifica assicurerà ai consumatori un'informazione corretta su tutti gli ingredienti dei prodotti alimentari, restringendo le eccezioni ad un numero molto limitato di deroghe che non si applicheranno a determinati ingredienti responsabili di causare allergie o intolleranza, elencate nella Direttiva. Il nuovo emendamento abolisce "la regola del 25%" che attualmente rende non obbligatorio in etichetta indicare quegli ingredienti che compongono il prodotto finale per meno del 25%. Le nuove regole, inoltre, potranno essere estese alle bevande alcoliche se contengono un ingrediente presente nella lista degli allergeni, come per esempio il solfito nel vino.
(Fonte: European Commission - Agriculture News Digest)


tratto da Sensonline.com - ottobre 2003
A Torino
Il 17 novembre presentazione delle Guide 2004 di Luca Maroni
Luca Maroni ha il piacere di comunicare che la presentazione delle Edizioni 2004 dell'ANNUARIO DEI GUIDA DEI MIGLIORI VINI e della GUIDA DEI VINI ITALIANI avverrà lunedì 17 novembre 2003 nell'eccezionale cornice del prestigioso Auditorium Giovanni Agnelli - Lingotto Fiere- Via Nizza, 280 - Torino
Ore 18.00 inizio spettacolo di presentazione dei volumi e premiazione delle Aziende produttrici dei migliori vini italiani.
A seguire la degustazione libera degli oltre 600 migliori vini italiani.

Biglietto di ingresso euro 25,50 cad.
Acquistando il biglietto entro il 31 ottobre euro 21,00 cad.
Acquistando oltre 10 biglietti entro il 31 ottobre euro 18,00 cad.
(Prezzi IVA inclusa)
http://image.sensonline.com/pdf/CouponInvito.pdf



tratto da il Giorno - 6 ottobre 2003
Terrazzamenti in Valtellina, patrimonio da difendere
di Carlalberto Biasini
SONDRIO - Mentre la guida "Vini d'Italia 2004", frutto della collaborazione tra le case editrici di Slow Food e del Gambero Rosso, indica tra i migliori vini dell'anno - premiandoli con i "Tre bicchieri" - il Valtellina Sfursat 5 stelle '01 Nino Negri, ieri si è insediato il consiglio di amministrazione di "Provinea - Vita alla vite Onlus". I membri del cda si sono ritrovati nel palazzo sede del Bim, che ospiterà gli uffici della Fondazione, costituita su volontà del Consorzio tutela vini di Valtellina e legittimata dal Tavolo vitivinicolo provinciale, al fine della difesa e della valorizzazione dei terrazzamenti (la Valtellina conta 2500 chilometri di muretti a secco. La superficie a vigneto è di circa 850 ettari, con costi di coltivazione di 1200 ore/Ha). Il consiglio è composto da Domenico Triacca (dell'omonima casa vinicola di Villa di Tirano), che è pure presidente della Fondazione, da Gregorio Baldelli, viticoltore di Berbenno, Franco Gugiatti e Giorgio Gianatti, viticoltori di Sondrio, Donato Poletti, viticoltore di Villa di Tirano, nominati dal Consorzio vini; Antonio Rudini, assessore provinciale, nominato da Palazzo Muzio, e Marco Bonat nominato dalla Camera di commercio di Sondrio. Segretario di Provinea per il primo anno di attività sarà Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio tutela, presente ieri col presidente Casimiro Maule. "La "macchina" c'è, come la volontà politica - ha esordito il neopresidente della Fondazione Triacca - ora dobbiamo metterla in moto. Dobbiamo trasmettere la cultura della vino. Mantenere la gente nel vigneto significa mantenere il territorio". Altro obiettivo da portare avanti: "la lunga strada per inserire la Valtellina nel patrimonio mondiale dell'Unesco come territorio terrazzato dalle peculiarità uniche". In merito ai progetti della Fondazione il presidente e i membri del cda non si sono sbilanciati: "ci vorranno un paio di mesi". "Come amministrazione provinciale abbiamo creduto sin dall'inizio in Provinea e al riconoscimento dell'Unesco - afferma l'assessore Rudini - mettendo a disposizione fondi per lo start up, per la fase d'avvio. Nostro importante obiettivo è ora creare un fondo di rotazione di 10 miliardi di lire per il settore". Ottimista Franco Gugiatti: "Forse come non mai prima, oggi si è registrata la condivisione di progetti e idee da parte di viticoltori e case vinicole".


tratto da il Resto del Carlino - 6 ottobre 2003
Sfida all'ultimo spumante al concorso dei sommelier AIS
di Elisabetta Fusconi<BR> Rispondere in mezz'ora a un questionario con trenta domande, fare tre degustazioni, senza sapere quale vino si sta assaggiando, abbinare a un determinato piatto il tipo più appropriato di vino, stappare e servire uno spumante: ecco le prove che dovranno affrontare oggi pomeriggio alle 15 i dodici semifinalisti del concorso 'Miglior sommelier d'Italia 2003', nell'ambito del trentasettesimo congresso nazionale dell'Associazione italiana sommelier. Le semifinali si svolgeranno davanti alla giuria. Le finali invece, domani alle 16 al teatro Comunale, saranno aperte al pubblico. Tra i semifinalisti ci sono due romagnoli: Luca Gardini, 22 anni, di Cervia, e Davide Staffa, 36 anni, di Lugo. Il primo, che ha vinto a giugno il concorso per miglior sommelier della Romagna, si è aggiudicato direttamente l'accesso alle finali; Staffa, invece, che si è piazzato secondo, ha dovuto prima superare i quarti di finale, a Milano. Di Luca Gardini, che ha il diploma di sommelier da gennaio, si può dire che sia 'figlio d'arte': "Mio padre Roberto - racconta con orgoglio - è stato miglior sommelier d'Italia nel 1993 e nel 1996 è arrivato terzo ai campionati d'Europa". I due lavorano fianco a fianco nel ristorante wine bar enoteca Gardini. Davide Staffa invece si è avvicinato al vino per curiosità: "Prima - racconta - ho fatto il ragioniere e il magazziniere. Poi, nel 1997, ho cominciato a frequentare i corsi per sommelier. Oggi gestisco l'agriturismo Ca' Vecchia a Lugo". Sulla possibilità di arrivare alla finale Staffa è pessimista: "Penso di non avere chanches, perché so che gli altri concorrenti sono preparatissimi, primo tra tutti il mio amico Luca, cui auguro di tutto cuore di vincere".


tratto da la Nazione - 6 ottobre 2003
Olio questo sconosciuto: un convegno il 10 ottobre a Reggello
Entra nel vivo in Regione l'operazione "Strade del vino e dell'olio" e venerdì mattina nel Municipio di Reggello si terrà il primo dei quattro convegni che sono stati organizzati per far conoscere agli operatori la nuova normativa, prima che questa diventi operativa. Dopo il Valdarno toccherà a Greve, quindi a Siena per chiudere in dicembre con Grosseto. In pratica si tratta di una promozione del territorio che deve servire a far conoscere, oltre al vino e all'olio, anche tutti gli altri prodotti di qualità agro alimentare che fanno della campagna toscana uno dei luoghi più appetibili e ricercati dai buongustai. Il disciplinare del settore dell'olivicoltura interessa, complessivamente, 93.000 ettari di terreni con 14 milioni di piante, 70mila aziende coinvolte, 400 frantoi operativi con una produzione annua di circa 190mila quintali di olio extravergine. Pertanto, se quelle del vino esistono già, le "strade dell'olio" avranno un valore quasi "terapeutico" in un settore che quest'anno, soprattutto nel comprensorio reggellese, ha subito una forte penalizzazione, circa l' 80% di riduzione del prodotto, a causa della siccità.


tratto da Alto Adige - 6 ottobre 2003
Termeno. Una serie di manifestazioni
Cabaret con il vino
u.f.
TERMENO. L'autunno è il periodo trazionale del turismo in Alto Adige e soprattutto lungo la Strada del Vino dove i colori della flora si smorzano piano piano sotto l'incalzare dei primi freddi dando alle colline ed alla piana dell'Adige quell'assieme pittorico che è stato immortalato anche dalle opere di esimi pittori locali e d'oltre confine. Lo conferma la presenza di numerosi turisti. È questo il momento giusto per assaporare i mosti d'uva, percorrere i suggestivi sentieri che raggiungono masi casolari e castelli, dare il via agli immancabili"Törggelen". A Termeno tutto questo è di casa: basta leggere il programma della "Weinoktober" con le numerose manifestazioni ed appuntamenti già iniziati, vedi la "Herbst Tage", sabato e domenica scorsi, cui faranno seguito mercoledì 8 le visite ai masi con assaggi dei nuovi vini accanto allo spettacolo del paesaggio di Termeno. Il programma proseguirà poi giovedì 9 alle ore 20.39 con l'esibizione del classico trio della Bassa Atesina di cabaret formato da Sanin, Perntl e March nel suggestivo scenario delle cantine del Rechtental.


tratto da la Repubblica - Affari & Finanza - ottobre 2003
La Fiera di Milano punta sul vino
(m. gab.)
La Fiera di Milano lancia la sfida al Vinexpo di Bordeaux, attraverso MiWine. La manifestazione, creata in partnership con l'Unione italiana vini (la più antica associazione di produttori del settore). "Sarà una manifestazione esclusiva dallo stile made in Italy, ma dal carattere internazionale. Un evento espositivo "business oriented" riservato alle produzioni vinicole di alta qualità", anticipa Piergiacomo Ferrari, amministratore delegato di Fiera Milano.
Non a caso la scelta della sede è caduta sulla capitale lombarda che, come dice il presidente dell'Unione italiana vini, Ezio Rivella: "Oltre a essere l'epicentro di un mercato di grandi numeri, è il polo attorno al quale ruotano i mercati del triangolo industriale e del Nordest e sul quale convergono le linee di traffico di tutta l'Europa continentale".
Sempre guardando al concorrente francese che si "esibisce" negli anni dispari, MiWine ha scelto quelli pari: la prima edizione della fiera made in Milano è fissata in calendario tra meno di un anno, dal 14 al 16 giugno 2004. Da qui alla data del debutto, i due partner (che hanno costituito la Società Italiana Fiere Agroalimentari, per gestire il tutto) si muoveranno in sintonia per portare nei padiglioni della capitale lombarda il gotha mondiale dei produttori e degli operatori vinicoli. Il piano di promozione in Italia e all'estero è già pronto e comprende, oltre a una massiccia campagna sui media nostrani e internazionali, anche road show, convegni e conferenze.


tratto da il Resto del Carlino - 4 ottobre 2003
I sommelier AIS fanno spazio a un tesoro naturale: il miele
I sommelier giunti a Cervia da tutta Italia per partecipare al trentasettesimo Congresso nazionale Ais, percorreranno oggi l'itinerario dei vini e dei sapori di Forlì e Cesena. Il tour parte con la visita alla Rocca di Forlimpopoli, al Museo archeologico civico e al teatro Verdi. Tappa successiva Villa Prati per la degustazione di vini e prodotti tipici. Nel pomeriggio, partenza per Fiumana di Predappio attraverso Fratta Terme, Meldola e Rocca delle Caminate.
Concluderà l'escursione una visita alla storica Villa Pandolfa. La giornata di oggi propone anche, con inizio alle 15.30 nel teatro comunale di Cervia, un seminario sul tema 'L'evoluzione dei servizi di sala nella ristorazione: nuovi scenari per la formazione europea'. Rientra nel programma della prima conferenza d'autunno della Scuola regionale di ristorazione e di Eurhodip, organismo internazionale che riunisce e rappresenta le migliori scuole alberghiere e di ristorazione di tutto il mondo. Fra i relatori Edi Sommariva, direttore nazionale Fipe; Armando Petromilli, presidente dell'Ente bilaterale nazionale del turismo; Bruno Piccioni, rappresentante dell'Associazione italiana sommelier; Martin Dannenmann, direttore Hotel Fachschule Hedelberg Eurhodip; Luis Lezama, direttore dell'Escuela de hostelleria di Siviglia. In discussione il nuovo ruolo del cameriere che sempre più si avvia a diventare comunicatore del territorio e della gastronomia. In programma, ancora, il convegno 'Il miele, il dolce in natura' che avrà inizio alle 17.30 nei Magazzini del Sale. Relatore Cesare Brusi, direttore dell'Ascom di Cervia ed esperto apistico e degustatore. Oltre a consigli pratici sulla conservazione, sull'utilizzo e sull'abbinamento del miele in cucina, illustrerà le differenze fra quello italiano e quello prodotto all'estero. Immancabile la degustazione, con analisi visiva e olfattiva.


tratto da il Mattino - 5 ottobre 2003
Quando la sbornia è virtuale
di CRISTIANO TARSIA
"In sito veritas". E il vino entra nel web. Sembra difficile coniugare le qualità organolettiche - con tanto di sapori, odori e colori - con il mondo virtuale. Eppure la rete è un ottimo modo per conoscere l'arte di Bacco.
Certo, alla fine vale sempre la prova della tavola, l'assaggio (o anche la bevuta) ma per conoscere i nomi, magari gli accostamenti con i piatti (anche qui necessaria la riprova fisica), le varie etichette, un giro in internet vale la prova farlo.
Una gita virtuale non può non iniziare da filariinfiliera.it, sito delle UnionCamere Campania. Portale pubblico, è molto completo, con due aree distinte: Area Servizi e Area Consumatore. La prima è dedicata alle imprese ma è comunque molto utile fare una cliccata tra Tecnologie Avanzate e Finanziamenti e Bandi (per creare o trovare lavoro nel settore). Più ludica, e senza obbligo di registrazione, "L'offerta enologica della regione a disposizione del consumatore: dall'assaggio virtuale all'acquisto intelligente, non si pongono limiti al gusto. A cominciare dal vino del mese... (tocca al Fiano di Avellino)". C'è un motore di ricerca con gli indicatori per Tipo Vino (bianco, rosso, rosato, dolce e spumante), Classificazione (Doc, Docg e Igt) e Azienda nella Provincia.
Così come c'è la mappa delle venti zone di produzione dei vini campani, dall'Aglianico del Taburno al Vesuvio (con gli elenchi delle varie etichette).
Si passa poi a professionevino.it, "associazione culturale per la ricerca, la conoscenza e la divulgazione del bere di qualità" (e "In sito veritas" è il suo motto virtuale).
Molto ricco il menù del sito. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Si inizia dai link delle aziende passando per i vari itinerari: Enogastronomico, Culturale, Le Strade del Vino, e Visite Guidate. Poi gli elenchi dei Centri Informativi e di quelli Convenzionati con l'associazione, gli Eventi (se ne susseguono, tra corsi e degustazioni, per tutto ottobre), le Manifestazioni in tutte le regioni. Ancora in costruzione Cucina e Cantina, ma si può dare uno sguardo a tutti i vitigni italiani, corredati di foto, storia e qualità (la Falanghina, per esempio, potrebbe significare "vite sorretta da pali").
Minuetto e colore rosso, siamo su "Un mondo di... vino", su sommeliercampania.it. Anche qui la fanno da padrone mappe ed elenchi. Ad esempio c'è la cartina della Campania con le zone dei vini di qualità sulle quali cliccare. Da aggiornare al dopo l'estate, invece, i corsi e gli eventi, che comunque iniziano sempre in inverno, per cui c'è tempo.
Tra le aziende più importanti, in allestimento il sito di Feudi San Gregorio (feudi.it) così come quello di Villa Matilde (fattoriavillamatilde.it). D'obbligo una capatina anche alla cantina, pardon al sito delle cantine Grotta del Sole (grottadelsole.it). C'è naturalmente la lista dei vini prodotti dall'azienda, poi un carrello per acquisti e un paio di ricette culinarie.
Dal produttore al consumatore. Non è facile trovare i siti delle enoteche napoletane. Un buon indirizzo è quello dell'Enoteca Partenopea, di Fuorigrotta (inking.com/clienti/enoteca.htm), dove c'è tutto il catalogo (con relativi prezzi) più altre informazioni interessanti. Alla Vineria del Porto di Bacoli (vineriadelporto.it) c'è la lista dei vini e gli appuntamenti del mese.
Da consigliare anche stelledinapoli.it, sito formato da "buoni conoscitori del vino napoletano, perchè nati e cresciuti nei campi flegrei (zona di terra a nord di Napoli formata da una serie di rilievi vulcanici; per questo motivo nei vitigni della zona flegrea si ottiene un'uva da vino speciale in quanto, durante la maturazione l'uva riceve calore oltre che dai raggi del sole, anche dal suolo). Amanti delle cose belle e genuine, uniti in società, selezioniamo i migliori prodotti da inviare ai buoni intenditori di tutto il mondo".


tratto da Corriere di Romagna - ottobre 2003
"Colline di Romagna"
Un olio di denominazione protetta
di Luigi Angelini
RIMINI - Il 25 ottobre prossimo sarà la giornata dell'org...olio, un efficace gioco di parole coniato ieri dall'assessore provinciale Massimo Foschi (Agricoltura) per annunciare la conquista della Dop (denominazione di origine protetta) per l'olio prodotto sulle "Colline di Romagna". Il riconoscimento significa che l'olio prodotto in provincia di Rimini non solo è buono, cosa già risaputa, ma è anche qualitativamente valido, come riconosciuto anche dagli uffici della Comunità Europea.La conquista è arrivata ufficialmente l'11 settembre scorso con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale italiana del Disciplinare contenente tutte le indicazioni e gli accorgimenti che i produttori locali dovranno adottare per ottenere il riconoscimento. Tra le altre cose è previsto che l'olio dop "Colline di Romagna" contenga una quantità minima del 60% di oliva Correggiolo e una massima di Leccino al 40%. Inoltre, per fregiarsi di tale marchio, i produttori dovranno seguire i metodi di coltivazione tradizionali delle nostre zone, raccogliere il frutto nel periodo compreso tra il 20 ottobre e il 15 dicembre, utilizzare solo il frutto raccolto a mano o con le macchine, ma non caduto al suolo, non fare passare più di due giorni dalla raccolta alla spremitura. E' previsto inoltre che la produzione massima di olive sia di sette quintali di olive per ettaro e di 60 chili per pianta. Ogni anno i produttori dovranno fornire tutte le informazioni necessarie all'ente certificatore. Un passo, questo, particolarmente importante se si considera che dal 1° novembre le norme europee vieteranno la vendita dell'olio sfuso, quello cioè che molti erano abituati a comperare dal contadino non imbottigliato, ma semplicemente travasato dalle damigiane.L'importante riconoscimento sarà quindi al centro di una specifica manifestazione gastronomica tutta riminese, sabato 25 ottobre, alla vecchia pescheria romana, con tanto di assaggio di bruschette, pane e vino delle colline riminesi.


tratto da il Messaggero - 4 ottobre 2003
Massimo voto dell'Ais a ben 18 vini marchigiani
ASCOLI Le Marche sono quinte nella classifica dei 372 vini italiani che hanno ottenuto il massimo riconoscimento (cinque grappoli) stilata dalla guida dell' A.I.S. (Associazione Italiana Sommeliers) con 18 vini. Lo rende noto l' Assivip, secondo la quale, se per numero di marchi, Piemonte e Toscana guidano la lista, le Marche con il loro quinto posto dimostrano di non essere più una regine emergente nel settore enologico, ma già affermata, a pari merito con l' Alto Adige e preceduta anche dal Friuli e dal Veneto per soli due vini. Ed ecco l' elenco dei 18 vini marchigiani premiati dall' A.I.S.: Akronte 2000 Boccadigabbia, Arkezia Muffo di San Sisto Fazi Battaglia, Camerte 2001 Fattoria La Monacesca, Chaos 2001 Fattoria Le Terrazze, Kurni 2001 Oasi degli Angeli, Ludi 2001 Velenosi, Maximo 2000 Umani Ronchi, Pelago 2000 Umani Ronchi, Rosso Conero Adeodato 2001 Monte Schiavo, Rosso Piceno il Maschio da Monte 2001 Santa Barbara, Rosso Piceno Sup. Vigna Monteprandone 2001 Saladini Pilastri, Solo 2001 Dezi, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Serra Fiorese, Riserva 2000 Garofoli, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Balciana 2001 Sartarelli, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Gaiospino 2001 Fattoria Coroncino, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Massaccio 2000 Fazi Battaglia, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2000 Bucci, Verdicchio dei Castelli di Jesi Passito Tordiruta 2000 Terre Cortesi Moncaro. Ieri intanto, a vendemmia in corso, si è tenuto un convegno a Cuoparmontana denominato "Il secondo medagliere del Verdicchio" organizzato dalla Assivip e dal Comune, nel quale oltre a premiare le aziende che con il Verdicchio si sono distinte lo scorso anno, si è avuto un confronto con la presenza di enologi di fama internazionale.


tratto da Gambero Rosso - ottobre 2003
Degustazione dei «Tre Bicchieri 2004»
26 Ottobre 2003 - 15,00 - 21,00
www.gamberorosso.it
Alla Città del gusto di Roma si svolge la mitica degustazione dei vini d'Italia che hanno ottenuto i tre bicchieri 2004. Fissate in agenda la data e l'orario. I posti sono limitati.
Per chi acquista tramite e-commerce il prezzo è di euro 45.
I VANTAGGI DEGLI ABBONATI SPECIALI
Chi sottoscrive l'abbonamento speciale del Gambero Rosso ha diritto allo sconto del 30% sul prezzo del biglietto di ingresso (50 euro) e paga quindi solo 35 euro. Inoltre l'abbonato speciale può acquistare anche un secondo biglietto con lo stesso sconto.
PRENOTAZIONE
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tratto da AIS Roma Club Bibenda - ottobre 2003
Ecco i 5 grappoli di Duemilavini 2004
Il libro guida ai vini d'italia realizzato da sommelier per i sommelier, per i professionisti e comunicatori del vino, per il popolo del vino curioso e appassionato, per tutti coloro che desiderano consultare un testo semplice e professionale
QUINTA EDIZIONE DI DUEMILAVINI IL LIBRO GUIDA AI VINI D'ITALIA. seta blu stampata oro, magritte in copertina. 1504 pagine per la recensione di 1257 aziende. oltre 13.000 vini degustati, circa 800 finalisti e 372 quelli premiati con i 5 grappoli, il punteggio dell'eccellenza. quest'anno è il piemonte a farla da leone con 88 etichette eccellenti, contro le 84 della toscana. friuli venezia giulia saldamente in terza posizione con 39, seguito dal veneto con 20. alti livelli un po' dappertutto in italia: alto adige e marche collezionano 18 cinque grappoli, 16 vanno alla sicilia, 14 alla campania, 13 alla lombardia. abruzzo alla grande con 10 vini dell'eccellenza e appena più sotto umbria, puglia, emilia romagna, sardegna. trentino e lazio a quota 6. si accodano basilicata, calabria, liguria e val d'aosta.
Due momenti per la presentazione di Duemilavini 2004:
SABATO 8 NOVEMBRE 2003 - ROMA HOTEL HILTON
ore 15,30 - conferenza stampa di presentazione della guida - premiazione dei produttori con la consegna dei 5 grappoli e dei tastevin
ore 20,00 - degustazione di tutti i vini premiati con i 5 grappoli e cena di abbinamento realizzata da Gianfranco Vissani nella splendida cornice del Salone dei Cavalieri. 372 etichette in degustazione e un sommelier per ciascun tavolo a curarne il servizio.


tratto da la Nazione - 5 ottobre 2003
I cento anni dell'Agenzia Tabacchi
di Giancarlo Sbardellati
FOIANO - Foiano "capitale" del tabacco Kentucky ! Un titolo che gli spetta di diritto per i 100 anni di vita dell'Agenzia Coltivazioni Tabacchi di Viale Umberto I, inaugurata nel lontano 1903. Per celebrare questo centenario l'ETI spa sta organizzando una manifestazione culturale di livello internazionale, promozionale e divulgativa delle attività relative alla coltivazione e alla trasformazione del tabacco Kentucky, unica materia prima del famoso sigaro Toscano. Il programma, reso noto in questi giorni, sarà così articolato: venerdi 10 apertura al pubblico dell'Agenzia Tabacchi con la mostra "Dal seme al Toscano", rassegna delle attività connesse alla coltivazione e alla prima trasformazione del tabacco (a cura di Francesco Testa) , illustrate attraverso immagini storiche e attuali, antichi utensili e oggetti.
Sabato 11 convegno "Dal seme al Toscano", analisi storico- economica e culturale sull'influenza del tabacco Kentucky e dell'attività di trasformazione dell'Agenzia di Foiano sul territorio. In entrambe le occasioni verrà allestito uno stand promozionale con la presenza delle sigaraie dello stabilimento ETI di Lucca che daranno dimostrazione della loro abilità nel confezionare a mano il sigaro Toscano secondo una tecnica rimasta immutata dai primi dell'800 ad oggi. Un compleanno che sarà festeggiato grazie anche al contributo del Club "Maledetto Toscano" che curerà la serata di galà al Teatro degli Eventi, in programma venerdi 10, ore 21, con degustazione finale del famoso "Toscano". Relatori del convegno: di sabato 11 ottobre il sindaco Paolo Cateni, la dott.ssa M. Vittoria Briscolini del ministero delle Politiche Agricole e Forestali; l'assessore all'agricoltura della Provincia di Arezzo Roberto Vasai; il consigliere regionale Ilio Pasqui, Francesco Vinciarelli presidente dell'Associazione Coltivatori Tabacco e Dario Milano responsabile ETI divisione sigari.


tratto da il Messaggero - ottobre 2003
Usa, boom della pastiglia che permette di bere a volontà
Arriva la pillola anti-sbronza
NEW YORK - Il nome è degno di un cupo romanzo spionistico: ru21. Ma la pillolina che gli agenti segreti del Kgb ingoiavano durante le loro missioni aveva uno scopo alquanto leggero, doveva semplicemente aiutarli a bere alcoolici e a restare sobri. Gli scienziati sovietici pensavano che i loro agenti avrebbero potuto frequentare feste e ritrovi, e sarebbero stati in grado di carpire segreti da interlocutori ubriachi. La pillolina è rimasta top-secret fino a quattro anni fa quando tanti dei segreti del Kgb sono stati resi pubblici. E allora si è saputo che l'ru21 in realtà è un cocktail di vitamica C, carboidrati e aminoacidi. I test dimostrano che non protegge veramente dall'ubriacatura, ma in compenso il giorno dopo evita tutti i disturbi che il bere eccessivo può causare: niente mal di testa, nausea, gonfiore, occhi rossi. Importata da una ditta di Los Angeles, la pillola "del giorno dopo" è diventata in un battibaleno popolarissima presso il popolo della notte. In California sono le star ad averla adottata. A New York sono invece le modelle che l'adorano: possono bere un paio di birre, magari anche un cocktail, e il giorno dopo non hanno il volto gonfio o gli occhi arrossati. La ru21 non deve sottostare al tradizionale processo di approvazione da parte dell'Ente federale che controlla i farmaci perché è composta di elementi naturali. La si trova nei negozi di vitamine e cibi naturali, o in Internet. E costa poco. Naturalmente è anche motivo di seria preoccupazione: c'è sempre il rischio che la gente beva più del solito, magari causando incidenti stradali, con la convinzione che la pillolina la protegga. Elim Chiaberi, l'importatore, reagisce molto cautamente alle accuse, e mette le mani avanti: "Questo prodotto non è una cura miracolosa. E' concepito per bevitori leggeri, o comunque moderati, per aiutarli a bilanciare i benefici e i rischi dell'alcol".
A. Gu.


tratto da la Voce di Romagna - ottobre 2003
Cin-cin con Veronelli
di Daniela Berardi
MONTEFIORE - Questo pomeriggio prende avvio la terza edizione di "Mangiar sano", manifestazione creata dall'Amministrazione comunale in collaborazione con l'Istituto mediterraneo di certificazione (Imc) con l'intento di far conoscere al pubblico i prodotti tipici della nostra tradizione culinaria, fornendo gli strumenti necessari ai consumatori per effettuare una scelta consapevole degli alimenti presenti sul mercato. Alle 16, presso il teatro Malatesta, si svolgerà una tavola rotonda sul marchio di denominazione comune d'origine (De.Co.) che vedrà tra i relatori il noto enologo e gastronomo Luigi Veronelli. Alle 17.30, terminato il dibattito, l'enoteca Belfiore proporrà ai presenti una degustazione di prodotti tipici con il marchio De.Co., al contempo la piazza di Montefiore si animerà con la mostra mercato con gli alimenti di coltivazione biologica tipicamente romagnoli. Domani, a partire dalle 10.30, altri incontri sui prodotti zootecnici emiliano romagnoli e in particolare sulla produzione biologica del miele. Alle 19 sarà offerto un assaggio di pasta biologica proveniente dalla produzione Ghigi. Dalle 16 alle 21 il centro storico sarà movimentato da gruppi in costume che proporranno musica medievale e, allo stesso tempo, nel cortile della Casa parrocchiale verranno mostrate alcune razze animali di allevamento in via di estinzione.
Per le degustazioni occorre prenotare allo 0541-980035 ed è prevista una quota di partecipazione.


tratto da Alto Adige - ottobre 2003
Vinea Tirolensis. Piccoli vignaioli inseguono la qualità
Sono 65 i produttori che mettono in vendita poche migliaia di bottiglie
di Angelo Carrillo
BOLZANO. Si è rinnovato anche quest'anno il successo della rassegna Vinea Tirolensis organizzata dalla giovane associazione Vignaioli dell'Alto Adige. Dei 65 soci, ben 48 erano presenti, pochi giorni fa, nelle sale dell'Hotel Laurin di Bolzano. Per la ghiotta occasione viticoltori e produttori si sono confrontati con un pubblico composto non solo da operatori specializzati e da ristoratori, ma da una folta e sempre più giovane schiera di appassionati. Sui banchi di degustazione sono state proposte oltre 200 bottiglie quasi tutte campioni dell'annata 2002. Suggestivo come sempre il ventaglio di vini da degustare che ben rispecchia la ricchezza di un territorio caratterizzato da una straordinaria versatilità di terreni e microclimi. Dai 600 metri delle cantine Juval e Falkenstein in Val Venosta dove, nonostante la quota, grazie a particolari condizioni climatiche, si coltivano con successo Gewurztraminer, Pinot nero e i rari Silvaner e Veltiner, si passa al versante opposto della Val D'Isarco, la più settentrionale area viticola d'Italia dove con altrettanto impegno e fatica cantine come quelle di Peter Pliger e Manfred Nössing, imbottigliano straordinari vini bianchi considerati oggi, in Italia, dagli appassionati, veri oggetti di culto. Non diverso è il discorso tra Bolzano, Bassa Atesina e Oltradige dove la realtà dei vignaioli è molto ben rappresentata ed ha contribuito alla riscoperta e affermazione di vini importanti come il Lagrein e il Pinot Nero. Quella dei vignaioli è una realtà che si è affermata in Alto Adige in tempi relativamente recenti. Gli inizi sono legati alla crisi dei mercati del nordeuropea nei primi anni 80, quando la politica della produzione di quantità finisce per saturare un mercato che comincia a guardare con crescente interesse ai vini di qualità. Alcuni viticoltori decidono di abbandonare la logica del vino commerciale e cominciano a imbottigliarlo per proprio conto. Oggi i 65 vignaioli coltivano un territorio pari a poco più del 5 percento dei 5000 ettari vitati in Alto Adige. Una quota molto bassa che si traduce in una media di circa 20 mila bottiglie prodotte da ciascun vignaiolo. Le piccole dimensioni vengono peró controbilanciate dalla notevole resa qualitativa delle produzioni di cui quasi il 100 percento viene imbottigliato nella bottiglia da 7/10. A questo si somma l'effetto immagine creato da una messe di premi e riconoscimento raccolti oramai ogni anno su tutte le guide e le riviste del settore.
Ultima nata nel panorama enologico altoatesina, l'associazione che rappresenta i Vignaioli, si è rapidamente guadagnata un posto di riguardo accanto agli altri due soggetti istituzionali che rappresentano gli operatori del vino locale: l'associazione delle cantine sociali e l'Unione Vini che raccoglie le grandi cantine private, benché denunci ancora problemi di sottorappresentanza negli organi decisionali e si sia da poco più di un anno staccata dalla segreteria dell'Unione Vini cui si appoggiava per molti servizi. La nuova sede a Settequercie e ne è direttore Paul Göller. Tra gli scopi dell'associazione l'individuazione di criteri qualitativi e la consulenza soprattutto ai giovani vignaioli. Comuni sono anche alcune iniziative di marketing e promozione. Su questo terreno è scoppiata una aspra polemica con il quotidiano Dolomite. Dall'inserzione a pagamento sul giornale per pubblicizzare la manifestazione è scomparsa il nome italiano presente sul logo.